Le Zes (Zone economiche speciali) sono state istituite con D L 20Giugno 2017 n.91 con l’obiettivo di creare nelle regioni del Mezzogiorno un ambiente favorevole in termini economici, finanziari e amministrativi per lo sviluppo delle imprese già operanti e l’insediamento di nuove e rilanciare così la competitività dei porti delle regioni meridionali.

Il DL prevedeva che le modalità per l'istituzione di una ZES, la sua durata, i relativi criteri che ne disciplinano l'accesso fossero definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro sessanta giorni data di entrata in vigore della legge di conversione decreto e, quindi, entro Settembre 2017.

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 26.2.2018 del DPCM del 25.2.2018 n.12/ e, quindi, con qualche mese di ritardo, le Zone Economiche Speciali (ZES) entrano in vigore.

Definizione delle ZES

Una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata costituita anche da aree non territorialmente adiacenti, purché presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un'area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315 dell'11 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T).

La ZES può ricomprendere anche aree della medesima regione non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale e che comprendano almeno un’Area Portuale. Tali aree possono essere anche i porti che non hanno le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315 ma che hanno una rilevanza strategica per le attività di specializzazione che vogliono rafforzare. e che dimostrino un nesso economico funzionale con l’Area portuale.

Viene così chiaramente stabilito, come avevo anticipato in un Post del 14.7.2017, che in Sardegna vi sarà un’unica ZES costituita dai porti facenti parte de Sistema Portuale regionale (Cagliari, Olbia, Porto Torres, Oristano, Portovesme, Tortolì).

Per ciascuna regione l’area complessivamente destinata alle ZES non può eccedere la superficie complessivamente indicata per la regione stessa. Per la Sardegna la superficie totale prevista è di 2770 ha.

Proposta delle ZES

Le proposte di istituzione di una ZES dovranno essere presentate, nel rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di Stato, secondo le forme stabilite dai rispettivi ordinamenti regionali, al Presidente del Consiglio dei ministri, dal Presidente della regione, senti ti i sindaci delle aree interessate.

La proposta deve essere corredata da un Piano di sviluppo strategico e deve dare conto dei criteri e degli obiettivi di sviluppo conseguiti, nonché delle forme di coordinamento con la pianificazione strategica portuale.

Il Piano di sviluppo sarà quindi l’occasione per l’individuazione e il rafforzamento delle specializzazioni dei singoli porti in un quadro strategico regionale unitario.

Istituzione delle ZES

La durata delle Zes non può essere inferiore a 7 anni e superiore a 14i, salvo un’ulteriore proroga di 7 anni, su richiesta delle regioni interessate, sulla base dei risultati e del monitoraggio effettuato.

La ZES è istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che ne determina la durata in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo di impresa.

Cosa sta facendo la Sardegna?

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha già convocato delle riunioni alle quali hanno partecipato l’Autorità portuale della Sardegna, i sei Consorzi industriali provinciali interessati alle Zes (Cagliari, Portovesme, Oristano, Porto Torres, Olbia e Tortolì), gli assessorati dei Trasporti e dell’Industria.

Obiettivo degli incontri:, fare il punto sull’avanzamento della progettazione da presentare a Roma e sui prossimi passi da fare per velocizzare l’iter il più possibile.

In questi incontri sono state ascoltate le singole proposte arrivate dai Consorzi che dovranno essere coordinate nel Progetto strategico di sviluppo da presentare al governo. Il Progetto deve puntare sulla vocazione specifica di ciascun porto ma, allo stesso tempo, deve avere una valenza strategica complessiva, come prevede il Regolamento.

L’elaborazione di questo Progetto è il punto più delicato; richiede una riflessione a tutti il iivelli territoriali e la capacità, finora mancata, di un coordinamento a livello regionale.

Le condizioni di partenza sono buone, speriamo che questa occasione non vada sprecata.

Antonio Ladu

Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano al Liceo Jeanson de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano.