10/10/2017, assemblea pubblica nell’aula consiliare del Comune di Oristano, finalizzata alla presentazione – e successivo dibattito – da parte del gruppo di progettisti e della Società vincitrice del bando sull’housing sociale, previsto in via Lepanto e ricompreso nel progetto “Oristano Est”.

Presente, quale interlocutore principale, il Comitato contrario per una serie di ragioni, alla localizzazione dell’housing nel sito.

Tre premesse come quadro di riferimento:

a – l’housing sociale, fa riferimento alla realizzazione di soluzioni abitative a prezzo calmierato ( – 20/30 % ) rispetto ai prezzi di mercato per canoni di affitto o acquisto in proprietà, destinate a famiglie con un reddito inadeguato per un affitto o l’acquisto a prezzi di mercato, ma sufficientemente elevato da escluderle dall’assegnazione di case popolari;

b – l’housing sociale è previsto, come detto, nell’ambito del progetto di Oristano Est come iniziativa pubblico/privata con un investimento di 6.500.000,00 Mln di euro con copertura a carico del Comune per 500.000,00 euro ( 7,7% ), Privati per 5.800.000,00 euro ( 89,3% ) e Bando periferie per 200.000,00 euro ( 3,0% );

c – va sottolineato che già in sede di predisposizione del progetto sono state fatte valutazioni di localizzazione dell’housing sociale, nell’ambito del perimetro interessato dal progetto Oristano Est, finalizzate ad individuare un’area idonea per ampiezza ( es. è stata considerata l’area delle ex “case minime” scartata però per limitatezza dello spazio necessario ). Valutazioni che hanno poi indirizzato verso l’area di proprietà comunale di 2630 mq di via Lepanto.

Torniamo all’assemblea.

Dopo la presentazione del progetto si è svolto un dibattito acceso ma civile. Il sindaco Lutzu ha espresso in modo chiaro in apertura, e in chiusura, che le opzioni sono “teoricamente” quattro:

1 – non fare niente;

2 – spostare il progetto di housing in altra area nell’ambito del perimetro “Oristano Est”;

3 – lasciare il progetto inalterato;

4 – rimodulare il progetto in termini di numero di alloggi, portandolo al livello minimo previsto dal bando ( 45 ), generando così un minor carico abitativo nella zona e aprire un collegamento ( pedonale? ) da via Sassari, finalizzato a contribuire ad un minor carico viario.

Questo è quanto.

Vorrei cogliere l’occasione di questo caso per svolgere alcune osservazioni che hanno, a mio avviso, una valenza più ampia di natura socio-politica, ovvero inerente il rapporto tra cittadini ed eletti ( consiglieri ed amministratori ).

In questo senso va letto quanto andrò analizzando e, pertanto, non me ne voglia il Comitato di zona.

Intanto mi sembra opportuno prendere posizione sulle quattro opzioni ed esprimere una valutazione.

Le prime due opzioni sono puramente teoriche e non praticabili: per l’opzione 2 confrontare quanto detto alla lettera “c”; l’opzione 1 invece metterebbe tra l’altro sostanzialmente in discussione e a rischio l’intero progetto Oristano Est, oltre al rischio di chiamata a responsabilità per l’Amministrazione, da parte della Corte dei Conti, conseguente alla circostanza che il bando è stato espletato e aggiudicato.

L’opzione 3 ( lasciare il progetto inalterato ) può essere abbandonata se è lecitamente praticabile, come sembra, l’opzione 4 relativa alla possibile rimodulazione del progetto portandolo al numero minimo di alloggi previsti dal bando, cioè 45 unità abitative.

Valuto che questa sarà l’opzione su cui si praticherà il confronto tra Amministrazione e Società vincitrice del bando, che ha il pregio di diminuire sensibilmente il carico abitativo ( il cui range ex bando oscilla tra 45 e 60 ). Credo che questa sarà la soluzione definitiva.

Espressa la mia valutazione sulle opzioni, vorrei ora soffermarmi su alcuni fatti sostanziali, che fanno da sfondo alla vicenda, che mi sembra siano stati del tutto trascurati.

È pertanto opportuno ricordare che è stato il PUC-Piano Urbanistico Comunale del 2009, sotto l’amministrazione della Giunta Nonnis, che ha reso edificabile l’area interessata dall’housing sociale. Peraltro con indici di fabbricabilità da Zona B* ( l’asterisco prevede indici più elevati del semplice B ).

Ora il PUC ha avuto un lungo iter di gestazione, consentendo osservazioni ed indicazioni di modifica motivata da parte della cittadinanza. Mi pare pertanto lecito l’interrogativo conseguente: come mai gli abitanti di zona ( anche attraverso i propri rappresentanti politici in Consiglio ), non hanno fatto rilevare che, a loro avviso, il carico abitativo nel quartiere era già elevato e che, conseguentemente, sarebbe stato opportuno riportare a “zona verde” l’area resa fabbricabile, addirittura con indici B*?

Il disinteresse dei cittadini verso aspetti sostanziali della vita e degli atti amministrativi che interessano la città, porta come conseguenza il rischio di trovarsi successivamente a tentare di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. Questo, mi sembra, che sia quanto avvenuto in questo caso. Ho trovato pertanto ingiustificate ed ingiustificabili, nella circostanza, le sottese accuse di responsabilità della Giunta Tendas, a cui va invece il merito del progetto dell’housing sociale. A ognuno il suo.

Il punto a mio avviso è questo:

è opportuno che i cittadini vigilino molto più da vicino sugli eletti della propria parte politica: sia di maggioranza sia di opposizione.

Come ho già sottolineato in un altro “Post” la delega elettorale, infatti, non può essere totalmente in bianco e priva di vigilanza e controllo democratico.

Gianni Pernarella

Laurea in Giurisprudenza conseguita a Pisa e studi post laurea in Economia. Dipendente del Banco di sardegna dal 1973 al 2003. Dopo esperienza pluriennale di filiale, assume nel 1990 ruoli di responsabilità nella struttura centrale “Organizzazione e Sistemi Informativi” dove, in veste di funzionario capo progetto, ha gestito oltre 10 progetti organizzativi e relativi a sistemi informativi. Collaboratore per oltre 6 anni del SIL – PTO di Oristano; ha scritto quattro libri sulla materia del credito e dell'economia provinciale oristanese relativa all'artigianato.