Insieme a milioni di uomini, donne e bambini

Fui preso prigioniero dal barbaro invasore,

Colpevole di non collaborare e di opporre resistenza,

Caricato su vagoni piombati diretti verso l’inferno dei campi.

Privo di cibo e di acqua giacevo vedendo sfilare

Paesi e città, montagne e vallate, steppe e deserti;

Appena si aprirono le porte folate di gelo irruppero su di noi

Insieme a ordini gutturali e ululati di cani lupo.

Messi in fila come marionette, fummo osservati e divisi,

Ognuno assegnato a una baracca e a un lavoro disumano,

Contrassegnati da un numero e da una divisa lisa,

Affamati e stremati giungemmo alle baracche e ai giacigli.

Ogni giorno ci attendevano, anno dopo anno,

Lunghe marce verso le fabbriche di morte o verso le città

Devastate dalle bombe, dove eravamo costretti a scavare

Estraendo macerie, cadaveri ridotti a brandelli e oggetti sbriciolati.

Di notte cercavamo tra i rifiuti, bucce di patate,

Avanzi di cibo e ogni briciola di pane per sopravvivere

Tra stenti e patimenti cercavano di strapparci ogni umana dignità,

Urlando e bastonando ogni ritardo nell’eseguire gli ordini.

Tanti di noi si sono arresi a fame, stenti, percosse e malattie

Occhi vitrei che non rivedranno più famiglie e figli,

Abbandonati sui bordi di un campo e sepolti in fosse comuni

Mucchi di ossa imbarazzanti, da nascondere e dimenticare.

Sputati e oltraggiati come traditori e vili da giovani e anziani

Passavamo come fantasmi tra le belve assassine,

Con in cuore la speranza che finisse quell’incubo

E ci svegliassimo a casa tra gli affetti anelati.

(Giorgio Luciano Pani)

Giorgio Luciano Pani esprime la sua passione per la scrittura affrontando i temi legati all’essenza della natura umana. L’uomo è visto nelle sue peculiarità creative, operose, spirituali. Uguale interesse lo spinge ad affrontare i temi della Storia, della cultura e delle tradizioni della Sardegna.