di Elisa Dettori

“The Social Dilemma” è un docufilm che denuncia l’impatto negativo che i social hanno nelle nostre vite, narrato sia attraverso la storia di una comune famiglia americana, sia attraverso delle interviste di esperti del settore che, a vario titolo, hanno lavorato nell’ambito della progettazione dei social stessi.

Per quanto molti elementi riportati siano già noti ai più – mi riferisco a un articolato sistema di controllo e di condizionamento mentale e di una conseguente manipolazione comportamentale – è indubbio che induca a diverse riflessioni. Possiamo dire che, quantomeno, fa cadere il velo dagli occhi e consente, soprattutto ai non addetti al settore, di vedere la questione in modo più nitido, fornendo una connessione coerente e organica dell’argomento.

Trovo interessante che la denuncia arrivi proprio da persone che lavorano in quell’ambito, spinte dalla convinzione – così almeno pare – che le sue negative implicazioni etiche e sociali debbano essere prese davvero in considerazione e debbano trovare un nuovo orientamento dal suo stesso interno. Unico modo per arrivare a un utilizzo più consapevole e meno rischioso di internet.

Justin Rosenstein. Ideatore del “mi piace” di Facebook.

Viene spiegato come oggi confondiamo, con estrema facilità, la conoscenza profonda e la cultura, con una conoscenza molto superficiale, alimentata da semplici nozioni di base su diverse tematiche. Nozioni spesso faziose, sulle quali non ricade un serio ragionamento ma sono assunte come veritiere a prescindere, nell’annullamento di quella “sottile” linea di confine che intercorre tra il conoscere e il credere di conoscere.

Ci racconta in modo semplice come gli algoritmi di cui sentiamo spesso parlare, siano molto più “intelligenti” di quel che crediamo, finanche pericolosi quando utilizzati non per migliorare le nostre vite ma per creare caos, feroci contrapposizioni sociali e politiche, per alimentare le diseguaglianze, il razzismo, l’omolesbobistransfobia, l’odio.

Chiarisce, senza tanti giri di parole, come siamo diventati delle mere merci di scambio tra social e aziende e come siamo selezionati in base ai nostri gusti e alle nostre preferenze, che noi stessi comunichiamo al sistema, con un semplice “mi piace” su un post piuttosto che un altro, o con una banale ricerca di un prodotto su Google.

Ci mostra come i social siano in grado di destrutturare la famiglia, le relazioni, la nostra stessa identità.

Ritengo sia un docufilm che tutti dovrebbero vedere, innanzitutto i più giovani, i nativi digitali, ossia i nati e cresciuti nell’era della massima diffusione delle nuove tecnologie. Diversamente dai più adulti, non hanno avuto la possibilità di conoscere altre realtà.

Per chi volesse vedere il docufilm il link di riferimento è