Affrontare la debolezza strutturale del nostro sistema produttivo è possibile, in presenza di una volontà di protagonismo che capovolga e sostituisca il concetto di sviluppo del territorio con il concetto di “territorio dello sviluppo”. Quest’ultimo implica un ruolo di protagonisti attivi dei soggetti dello sviluppo, un superamento delle barriere del campanilismo becero ed asfittico: una consapevolezza che è nel territorio che può avvenire la combinazione tra fattori locali in grado di generare sviluppo sostenibile ed innovazione.

In quest’ottica, un’area dove la logica del “territorio dello sviluppo” ha validi presupposti di realizzazione è individuabile nel complesso delle zone umide dell’oristanese. Un approccio in questa direzione è giustificata dalla considerazione che questo vasto complesso, in Europa, è secondo solo per estensione al complesso della Camargue, nel sud della Francia.

Rispetto alla frammentata e problematica realtà attuale, che vede anche lasciate in balia di se stesse le cooperative dei pescatori, la proposta operativa è finalizzata alla creazione di un modello gestionale unitario delle zone umide.

Un modello cioè che si ponga come obiettivo la realizzazione di un “Sistema lagunare oristanese”, cioè un vero e proprio Distretto, che valorizzi il potenziale utilizzo multi direzionale delle lagune, concernente:

a – gli aspetti produttivi dell’allevamento ittico e della pesca lagunare;

b – le potenzialità, sinora inespresse, a fini turistici nell’ambito del turismo naturalistico;

c – gli aspetti culturali legati all’istruzione. Quest’ultimo profilo prevede e giustifica un ruolo fondamentale della realtà di eccellenza già presente nel nostro territorio: l’ IMC di Torregrande, chiamata a contribuire attivamente per gli aspetti idrobiologici; l’Università per gli aspetti concernenti l’idraulica lagunare.

Ci riferiamo quindi ad un modello gestionale che, in una logica multi direzionale, coniuga la stabilizzazione del sistema cooperativistico della pesca e dell’allevamento ittico in un contesto più ampio.

La proposta di creazione di un Sistema lagunare oristanese si snoda lungo un processo logico, che prevede:

1 – la costituzione formale e strutturale di un “Comitato guida” che veda la partecipazione dei rappresentanti:

° della Regione, dei Comuni lagunari, del Comune capoluogo,delle Cooperative di pesca, dell’Università, dell’IMC;

2 – il Comitato guida ha il compito di indirizzo delle logiche del Sistema o Distretto Lagunare, attraverso una programmazione triennale delle attività, con riferimento:

  • Agli interventi idraulici necessari al mantenimento in buona salute delle lagune e a quelli idrobiologici utili al miglioramento produttivo degli allevamenti e della pesca lagunare;
  • Ai criteri e linee d’azione che possono supportare il miglioramento degli allevamenti stessi e lo svolgimento delle attività di pesca da parte delle cooperative;
  • Alle linee e alle attività utili alla valorizzazione delle lagune a fini turistici.

La proposta punta quindi, da un lato, alla realizzazione di un vero e proprio Sistema o Distretto e, dall’altro lato, all’adozione di un modello gestionale pubblico-privato fortemente relazionale ed unitario che, attraverso una pianificazione a medio termine degli interventi e delle attività, permetta una destinazione razionale, non episodica e finalizzata delle risorse regionali destinabili.

Dall’altro lato, ottimizza il potenziale di spesa in una direzione di stabilità dell’assetto e di sviluppo di questa importante risorsa in senso multi direzionale.

Gianni Pernarella

Laurea in Giurisprudenza conseguita a Pisa e studi post laurea in Economia.

Dipendente del Banco di sardegna dal 1973 al 2003. Dopo esperienza pluriennale di filiale, assume nel 1990 ruoli di responsabilità nella struttura centrale “Organizzazione e Sistemi Informativi” dove, in veste di funzionario capo progetto, ha gestito oltre 10 progetti organizzativi e relativi a sistemi informativi.

Collaboratore per oltre 6 anni del SIL – PTO di Oristano; ha scritto quattro libri sulla materia del credito e dell'economia provinciale oristanese relativa all'artigianato.