Il museo del giocattolo tradizionale della Sardegna si trova a Zeppara, frazione di Ales, provincia di Oristano e possiede il carattere di unicità sotto diversi aspetti.

PER LA NASCITA. Il museo è il risultato di un progetto didattico ideato e realizzato dal prof. Nando Cossu nell’ambito del tempo prolungato, presso la Scuola Media Statale di Ales, nel corso del triennio 1993/1996. Il tema del gioco nella società agropastorale sarda è stato impostato e analizzato col metodo della ricerca sul campo e ha coinvolto alunni e familiari dei paesi di Ales, Curcuris, Simala, Gonnoscodina, Zeppara. Successivamente, all’atto della nascita del museo (2002), la ricerca sui giocattoli tradizionali della Sardegna è stata estesa per tutta l’isola col metodi dei comuni campione, per verificare la rappresentatività a livello regionale dei materiali raccolti. Tutta la ricerca, dall’impostazione del metodo alla raccolta e classificazione dei materiali, ha usufruito del supporto scientifico dell’Istituto di Tradizioni popolari dell’Università di Cagliari. Tutti i materiali raccolti nel corso del triennio 1993/96 sono stati organizzati come mostra itinerante gestita dalla scuola e inaugurata a Cagliari presso la passeggiata coperta del bastiona di Saint Remy. Successivamente il Consiglio di Istituto della scuola media di Ales decretò la donazione della mostra al Comune di Ales, che effettuò gli interventi opportuni per la realizzazione del museo, istituito formalmente nel dicembre del 2002.

LE SOLUZIONI ESPOSITIVE ORIGINALI.Le modalità di esposizione dei giocattoli, brevettate per la loro unicità, sono in totale perfetta armonia con gli oggetti esposti. Sono stati usati esclusivamente materiali provenienti dall’ambiente naturale circostante, con netta prevalenza della canna e con introduzioni discrete di legno e ferro battuto, lavorati da artigiani locali. Con le canne sono stati costruiti dei cavalletti a tre piedi che sostengono in posizione trasversale un’altra canna, da cui scendono degli spaghi che tengono i giocattoli. Tutto il percorso espositivo è delimitato da una corda di canapa che funge da transenna, sostenuta da piccoli cavalletti sempre in canna. Tutti i testi guida sono stati incisi a fuoco, col pirografo, su righe di canna.

MUSEO TEMATICO UNICO NEL SUO GENERE IN SARDEGNA. Il tema del museo è costituito esclusivamente dai giocattoli tradizionali della Sardegna. La ricerca effettuata nel triennio scolastico 1993/1996, la successiva ricerca sul campo per comuni campione, la collaborazione con l’Istituto di Tradizioni popolari dell’Università di Cagliari (impegnato in un lavoro analogo), nonché le testimonianze dirette dei visitatori (in media tremila l’anno) hanno confermato sopra ogni dubbio l’assoluta rappresentatività a livello regionale e oltre di questo museo. Pur essendo presenti in Sardegna piccole collezioni anche private di giocattoli tradizionali, tuttavia nessuna è in grado di reggere il confronto col Museo del giocattolo tradizionale della Sardegna di Zeppara, per la ricchezza e la varietà dei materiali esposti, per l’assoluta efficacia e originalità delle soluzioni espositive, per i criteri scientifici di classificazione dei giocattoli raccolti, nonché per la competenza sull’argomento del personale impiegato.

LA CLASSIFICAZIONE.Tutti i giocattoli sono stati organizzati in nove sezioni tematiche, sulla base della funzione esplicata nell’ambito del gioco.

Giocattoli imitazione dei mezzi di trasporto.Il giocattolo prevalente è il carro a buoi, come giustamente suggerisce la cultura contadina. Altri giocattoli compresi in questa sezione sono: su cuaddu de canna, su carrucciu de canna, su trattoreddu, barchette varie. Diverse varianti.

Giocattoli collegati a ricorrenze religione. I giocattoli più diffusi di questa sezione sono: la raganella (su strocciarran), istabeddas, sa mastracca. Significativa a Sedilo la versione ludica dell’Ardia.

Bambole. Il museo dispone di una ricca collezione di bambole, ovviamente fatte in casa dalle donne anziane. Si comincia col modello più semplice fatta con un solo straccio, per continuare con la varietà di tutti gli altri modelli.

Giocattoli funzionali all’abilità nella corsa.Frai giocattoli di questa sezione, quello più diffuso era certamene il cerchio, presente nel museo sia nella versione più antica, quella in ferro pieno, che nella versione più recente, costituita dal cerchione della bicicletta. Completano questa sezione la palla di stracci, le girandole e su giogu de su fusti.

Giocattoli funzionali all’abilità nel lancio.La trottola costituisce certamente il giocattolo più diffuso fra quelli di questa sezione. Numerose le varianti. Qui troviamo anche numerosi altri giocattoli: le cinque pietre (isbiccus), i birilli (isbrillias), alcune versioni dei giochi con le monetine, i tappi a corona di numerose bottiglie, i giochi con i bottoni e con le figurine.

Giocattoli imitazioni di armi.Costituisce la sezione più ricca: la cerbottana, la fionda, l’arco con la freccia, le spade, i fucili con tutte le varianti: la sola sagoma, con lo sparo, con lancio di proiettili in canna e in sambuco. Di tutti questi giocattoli sono presenti anche le numerose varianti.

Giocattoli passatempo. Sitratta di una sezione che contiene una collezione di trappole, al cui uso si dedicavano spesso i ragazzini, meno spesso gli adulti.

Giocattoli per la produzione di suoni e rumori.Tra i giocattoli di questa sezione troviamo quelli costruiti con la canna d’avena e con la canna comune (harundodonax) per la produzione di suoni elementari. Accanto a questi troviamo oggetti diversi per la produzione di rumori quanto meno inusuali eppure talvolta con funzioni importanti.

Giocattoli vari. In questa sezionesono contenuti tutti quei giocattoli che non rientrano negli schemi di classificazione delle sezioni precedenti.

Nando Cossu

Laureato in Storia e Filosofia all’Università di Cagliari, ha conseguito il diploma di Specializzazione in Studi Sardi con una tesi sulla medicina popolare in Sardegna. La medicina popolare e la cultura materiale dell’isola hanno costituito l’ambito principale della sua ricerca. Insegnante e dirigente scolastico, ha curato per la comunità Arci-Grighine la sezione del Piano di sviluppo socio-economico dedicata alle tradizioni popolari e alla cultura popolare e si è dedicato all’allestimento e alla cura del Museo del giocattolo di Ales. Per quanto concerne la medicina popolare, oltre a vari articoli, ha pubblicato il volume “Medicina popolare in Sardegna. Dinamiche, operatori, pratiche empiriche e magiche”, Carlo Delfino Editore, Sassari, 1996 (presentazione di Enrica Delitala) e “A luna calante. Vitalitàe prospettive della medicina tradizionale in Sardegna “, Argo, Lecce, 2005 (presentazione di Giulio Angioni). L’ultima pubblicazione è stata “L’amore negli occhi. ” Rapporti fra i sessi e formazione della coppia nella società agropastorale sarda “, Carlo Delfino Editore, Sassari, 2014.