Negli ultimi tempi gli interventi sull’Autonomia, la Specialità, la Sovranità, l’Indipendenza della Sardegna si sono moltiplicati.

Ognuna di queste parole implica una posizione differente, ma su una cosa sono tutti d’accordo: è necessario un nuovo Statuto.

Purtroppo siamo ancora all’anno zero sulle due questioni fondamentali: a chi compete il compito della riscrittura dello Statuto? Quali ne devono essere i contenuti?

Sulla prima non è male ricordare che i sardi hanno risposto positivamente alla seguente richiesta del Referendum del 2012:

“Siete voi favorevoli alla riscrittura dello Statuto della Regione Autonoma della Sardegna da parte di un'Assemblea Costituente eletta a suffragio universale da tutti i cittadini sardi?”.

Sono passati quasi cinque anni da quel referendum e a questa risposta non è stata dato seguito. Non è solo un problema di serietà e correttezza istituzionale; il coinvolgimento del popolo sardo nella condivisione del nuovo Statuto è sicuramente maggiore se è protagonista dell’elezione delle persone incaricate di riscriverlo.

La seconda, e più importante, questione è quella dei contenuti.

A cominciare dal primo capitolo: il rapporto con lo Stato. E, a seguire, le funzioni, le finanze, gli organi, l’ordinamento interno della Regione.

Inutile dire che, anche a questo proposito, siamo ancora in alto mare.

Poiché si tratta di temi decisivi per il futuro della nostra isola, ho pensato di dare un contributo alla discussione, pubblicando le diverse bozze dello Statuto elaborate nei lavori preparatori.

La fonte è “Lo Statuto della Regione Sarda- Documenti sui Lavori Preparatori, a cura di Giuseppe Contini, Editore Dottor A. Giuffrè Milano 1971.

Il primo documento, in allegato al Post, è lo “Schema di progetto per lo Statuto del Governo Autonomo, presentato alla Consulta regionale sarda (competente a formulare proposte per l’ordinamento regionale) dai consultori del Partito Sardo d’Azione.“

Cosa ne è stato di questo progetto?

La Consulta regionale invitò il Psd’Az a corredare il testo presentato di una relazione illustrativa e di tutta la bibliografia consultata per la compilazione del progetto specialmente per quanto riguardava il lato economico della proposta.

Malgrado gli impegni assunti il Psd’Az non ha presentato questi documenti e quindi il progetto non è diventato il testo base, ma solamente uno dei progetti di riferimento della Consulta.

Tuttavia questo progetto presentava diversi motivi di interesse.

Nella premessa si affermava che il Partito Sardo d'Azione credeva fermamente che il nuovo Stato italiano dovesse essere una Repubblica Federale.

Conseguentemente solo la parte relativa ai rapporti fra Stato e Regione avrebbe dovuto essere sottoposta all’esame e alla eventuale approvazione della Costituente, mentre il resto , compreso l’ordinamento interno della Regione, rientrava nella esclusiva competenza di quest'ultima.

All’articolo 4 si affermava che ” il territorio della Regione non è sottoposto al regime doganale dello Stato.”

All’art. 6 si leggeva: ” lo Stato non può imporre tributi nella Regione ma ha diritto a una tangente annua in denaro quale contributo della Regione alle spese generali dello Stato.”

Non meno interessante, relativamente all’ordinamento interno della Regione l’art. 22 che prevedeva: ” la Regione è divisa in otto circoscrizioni amministrative o distretti: Cagliari, Iglesias, Oristano, Lanusei, Nuoro, Sassari, Tempio, Ozieri.”

Da questi pochi riferimenti si evidenzia come l’interesse per il progetto vada oltre il valore storico, in quanto si tratta di problemi ancora attuali e motivo di discussioni e contrasti, ieri ed oggi.

Antonio Ladu