Intervento di Valerio Spanu nell'Evento del 28 Aprile 2017 “Idee e proposte per lo sviluppo di Oristano e del territorio provinciale.

Al fine di voler dare una risposta la più esauriente possibile al quesito posto nel titolo, è necessario chiarire alcuni concetti basilari.

Le telecomunicazioni sono un settore strategico per lo sviluppo del nostro futuro, parliamo di un sistema che se dovesse fermarsi per un giorno, sarebbero davvero poche le attività che riuscirebbero a non arrestarsi; le telecomunicazioni già oggi mettono in comunicazione milioni di persone, decine di milioni di computers e miliardi di oggetti (internet of things).

La banda ultra larga sarà la materia prima del nostro futuro; per l’intero sistema economico e sociale, sarà la risorsa imprescindibile su cui costruire la competitività futura del paese e deciderà la nostra possibilità di rimanere tra le nazioni più avanzate.

Cominciamo con lo stabilire una distinzione fondamentale tra Sistemi infrastrutturali e Sistemi tecnologici e la relazione funzionale tra i due.

Sistemi infrastrutturali

L’infrastruttura è il mezzo fisico che trasporta l’informazione: può essere l’etere, un doppino telefonico, un cavo coassiale o una fibra ottica. L’infrastruttura resta e non cambia con il mutare delle scelte tecnologiche.

Le scelte infrastrutturali condizionano in parte le scelte tecnologiche perché decidono cosa ci potrà offrire il futuro. La modifica delle scelte infrastrutturali, essendo il sistema infrastrutturale “fisico” è difficile, costoso e comporta costi difficilmente recuperabili.

Sistemi tecnologici

La tecnologia costituisce invece la modalità con cui vengono trasmesse le informazioni per mezzo dell’infrastruttura ( ISDN, ADSL, GSM, LTE, etc.).

La tecnologia tende per sua natura ad evolvere e le scelte relative possono essere anche opportunistiche, perché hanno meno vincoli di quelle infrastrutturali e sono più facili da modificare.

È fin d’ora chiaro che le comunicazioni via cavo avranno sempre prestazioni migliori delle reti wireles (radio), come le reti in fibra ottica, saranno sempre migliori di quelle in rame. Allo stesso modo, è già altrettanto chiaro che la maggior parte degli utenti, a meno che non siano pubbliche amministrazioni o aziende, preferiscono comunicare in mobilità, sganciati dal vincolo di un qualsiasi cavo. Ma proprio le prestazioni delle reti mobili saranno sempre più condizionate dall’infrastruttura a cui saranno collegate, sia wireles o cavo (a loro volta), sia rame o fibra e da quanto sarà fitta la maglia delle celle con cui serviranno i propri utenti.

Qualcuno potrebbe chiedersi se siano davvero necessarie le autostrade a banda ultra larga visto che oggi non ci sono applicazioni che possano sfruttare i 100 Mbps e oltre che mettono a disposizione. Le autostrade informatiche, prima ancora di essere più veloci, garantiscono prestazioni più sicure; le si definiscono “ultraveloci” ma in realtà sono “ultra larghe”; è come se fossero strade a 100 corsie dove è molto difficile trovare un ingorgo. Per questo le informazioni viaggiano sicuramente più veloci.

L’Italia è indietro in tutte le classifiche europee relative alla digitalizzazione e ultima per la diffusione della banda ultra larga. È un dato che deve allarmare perché può essere l’origine di un divario difficilmente colmabile se protratto nel tempo. Dotarci di una infrastruttura a banda ultra larga significa dotarci di autostrade a “prova di futuro”, il che vuol dire non costruire autostrade a due corsie, quando già sappiamo che serviranno a quattro corsie. Le telecomunicazioni del futuro saranno ancora più importanti di quanto non lo siano adesso, prevalentemente in mobilità, soprattutto video ad alta risoluzione, con oggetti collegati dieci volte più numerosi delle persone.

Ciò premesso è necessario inquadrare lo stato dell’arte delle reti, sia locale che nazionale rispetto ad un quadro di riferimento europeo. Va subito detto che il Digital Divide è un problema già superato in tutti gli stati membri della UE. Da noi in Sardegna questo obbiettivo è stato raggiunto con gli investimenti fatti sia da Telecom Italia, concentrati soprattutto nelle principali città, sia dagli interventi finanziati dalla Regione Sardegna che, utilizzando i fondi speciali SICS I e II messi a disposizione dalla UE, ha servito tutte quelle località minori, nelle quali mancavano o gli apparati di centrale e/o i cavi in fibra ottica di collegamento interurbano alla rete regionale

Con questi investimenti si colmava la carenza del Digital Divide, rendendo disponibile internet veloce (ADSL) in tutti i comuni della Sardegna. In questa fase per poter avere in tutte le unità immobiliari (u.i.) la disponibilità di un collegamento ultra veloce è necessario superare l’ostacolo rappresentato dal cosiddetto “ultimo miglio”, cioè superare la difficolta creata dal collegamento dalla singola u.i. alla centrale telefonica di riferimento, realizzato questo con un doppino telefonico in rame; tanto è maggiore questa distanza tanto minore sarà la velocità di collegamento con internet. Dunque si tratta di risolvere un problema di infrastruttura che partendo dalla centrale telefonica deve raggiungere ogni singola unità immobiliare. Problema molto oneroso sia in termini economici che in tempi di realizzazione, nonostante i notevoli progressi raggiunti sia con le tecniche innovative di scavo che con l’adeguamento delle norme di concessione delle autorizzazioni in capo ai vari enti.

È importante sapere che per superare il problema delle opere civili, costituito dalla esecuzione degli scavi, posa delle tubazioni e ripristino delle sedi stradali, la nostra regione, tra le prime in Italia, si rese protagonista di un altro intervento “illuminato”; la infrastrutturazione di una rete in fibra ottica, sfruttando la concomitanza con le opere di scavo della rete del gas (BULGAS).

Il modello di realizzazione prevedeva il tramite dei concessionari del GAS per la realizzazione della infrastruttura fino a casa utente. La rete di metanizzazione che si sta realizzando in quasi tutto il territorio regionale è infatti una grande opportunità poiché, sinergicamente con essa, si possano affiancare le opere civili necessarie per realizzare una capillare rete d’accesso in fibra ottica, che arrivi fino ai singoli edifici, una rete FTTH (Fiber To The Home). La copertura prevista è di 242 su 377 comuni. Purtroppo questa possibilità è stata sfruttata solamente in 2 bacini su 37 con i quali è suddivisa la Sardegna per la realizzazione delle reti del gas: in particolare il bacino 33, facente capo a Quartu Sant’Elena, ha concluso la posa delle infrastrutture e il bacino 4, facente capo a Porto Torres, nel quale i lavori sono in corso.

L’Agenda Digitale Europea pone come obiettivi per l’anno 2020 una connettività almeno a 100 Mbps utilizzata perlomeno dal 50% della popolazione,presente in tutti gli edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare), nelle aree di maggiore interesse economico e comunque garantire a tutti i cittadini almeno una connettività a 30 Mbps.

Se consideriamo la Sardegna, tutti i capoluoghi di provincia e più in generale tutte le principali città sono servite, attraverso la rete di TIM, dagli operatori principali di telecomunicazione con una connettività che garantisce almeno i 30 Mbps; questo perchè hanno sviluppato reti in architettura FTTC (FiberTo The Cabinet). Ciò significa che la fibra parte dalla centrale telefonica di riferimento e arriva all’armadio stradale e qui, attraverso un convertitore ottico elettrico, alimenta il classico doppino in rame che arriva presso la nostra abitazione; se questa si trova ad una distanza di circa 200 – 300 metri è garantito un collegamento almeno di 30 Mbps.

In Sardegna è incorso un intervento che prevede in particolare il completamento della copertura nelle aree cosiddette Bianche in cui gli operatori privati non hanno interesse ad intervenire. In queste aree la Regione realizza, con proprie risorse, le infrastrutture necessarie a garantire i servizi di connettività ad alta velocità. L’investimento, con finanziamenti fers (66 milioni) e fears (16 milioni), ammonta a circa 82 milioni di euro per rispondere al fabbisogno di 221.890 persone e 191.109 unità immobiliari. Anche in questo caso il soggetto attuatore sarà Infratel, società in house del Ministero dello Sviluppo Economico. In linea con la strategia nazionale per lo sviluppo della banda ultra larga saranno assicurate connessioni ad almeno 100 Mbps agli edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare), alle aree di maggior interesse economico e alle principali località turistiche. Sono in corso contemporaneamente gli interventi avviati nel marzo 2016 in 313 comuni appartenenti alle aree rurali, con un investimento complessivo di 56 milioni di euro (fondi fears); in 20 comuni le opere sono state concluse.

A Oristano, con architettura FTTC, sono servite dagli operatori privati quasi tutte le utenze che sono collegate alle centrali telefoniche di “Eleonora” e “Tirso”. Per il 2017 sono previsti i lavori sulla rete della centrale di “Santa Giusta”, che serve anche la parte sud di Oristano, zona “Cuccuru e Portu” e “Corea”. Al momento rimangono fuori gli utenti collegati sulla centrale di Nuraxinieddu alla quale fanno riferimento gli abitanti di Nuraxinieddu, Massama, Donigala e quelli della centrale Torre Grande.

Il comune di Oristano ha completato nel corso del 2016, con un progetto finanziato al 90% dalla UE, la realizzazione della rete MAN (Metropolitan Area Network) per un valore di € 3.253.375,00, rete pubblica cittadina a Banda Ultra-Larga : Backbone a 20 Gbps,realizzata in architettura FTTH,(Fiber To The Home) che mette in collegamento 47siti comunali della città e delle frazioni (uffici, scuole, biblioteca, mercati, porticciolo) è predisposta per poter collegare 35 sedi di altre pubbliche amministrazioni. Una rete interamente in fibra ottica che si sviluppa per oltre 25 Km.Il nostro auspicio è che questa rete venga messa a reddito il più presto possibile con la cessazione e il trasferimento su di essa, di tutti i singoli servizi ancora attivi con i diversi operatori privati,rendendo così concreto l’utilizzo di una Comunicazione Unificata, una diffusione della Videosorveglianza, dell’Informazione al cittadino, realizzando Hot Spot pubblici necessari per rendere fruibile gratuitamente internet in alcuni punti significativi della città e delle frazioni.

Inoltre nel comune di Oristano insistono altre due infrastrutture in fibra ottica molto importanti realizzati dalla regione Sardegna con il progetto SICS, una a servizio della ASL mette in collegamento tutte le sue sedi, ospedale compreso, con la Rete di Transito Regionale; la seconda mette in collegamento la Zona Industriale di Oristano con la sua centrale di riferimento di Santa Giusta.

Purtroppo in questo caso si tratta di un collegamento punto-punto che non è mai stato attivato; pertanto ancora oggi si tratta di un investimento che non ha portato nessun beneficio ai clienti residenti nella zona industriale i quali navigano con un collegamento ADSL di base.

Concludendo possiamo dire che in Sardegna in questo momento sono in corso, sia da parte pubblica che privata, numerosi interventi infrastrutturali, i quali devono , soprattutto quelli pubblici, essere resi fruibili in tempi celeri, garantendo così i benefici ad essi connessi. Con queste opere in corso la Sardegna si troverà perfettamente allineata alle più avanzate regioni italiane, a condizione che non indugi, una volta terminati i lavori nella assegnazione agli operatori di telecomunicazioni

Valerio Spanu

Ha conseguito il diploma di Perito tecnico Industriale presso l’istituto “Dionigi Scano” di Cagliari. Nella SIP, in qualità di responsabile si è occupato della gestione di risorse umane ed economiche in unità organizzative complesse. Leader nei gruppi di Miglioramento” ed ha insegnato “Reti Urbane e Interurbane” nei corsi di formazione aziendale. Dalla prima metà degli anni ’90 si è occupato di reti in fibra ottica. Cessato il rapporto con Telecom Italia. Ha proseguito la sua attività come consulente per lo sviluppo di reti a Banda Ultra Larga.