Nel Post Reddito di cittadinanza, Reddito di inclusione e politiche attive del lavoro: eliminare i punti deboli per un giusto equilibrio, esprimevo la mia opinione sui due strumenti di sostegno al reddito auspicando un punto di equilibrio da raggiungere attraverso l’eliminazione dei rispettivi punti deboli.

Purtroppo la ricerca del facile consenso ha portato i 5 Stelle e la Lega a riproporre nel Contratto di Governo il Reddito di Cittadinanza, come previsto nel ddl dei 5 Stelle, con poche modifiche di cui è importante tenere conto.

Il DDL e il Contratto sono quindi i testi di riferimento; verificarne la fattibilità è quindi necessario per capire se le promesse sono reali o frutto di demagogia elettorale.

In questo Post analizzerò uno dei punti fondamentali della proposta, quella relativa al quanto, quando, come e in che misura verrà finanziato il reddito di cittadinanza.

Costo del RdC

Il reddito di cittadinanza, così come previsto dal M5S, nella sua proposta di legge nella scorsa legislatura, stima necessario un finanziamento intorno ai 17 miliardi, mentre Boeri,Presidente dell’Inps, ritiene che le cifre necessarie siano intorno ai 35-38 miliardi.

Non vi è quindi certezza sul costo del RdC, anche perché il ddl risale al2014; in ogni caso, trattandosi di cifre molto elevate, è un grande elemento di preoccupazione.

Fonti di finanziamento

Il ddl prevede un Fondo per il reddito di cittadinanza alimentato mediante il versamento degli importi derivanti da maggiori entrate e da riduzioni di spesa. facendo ricorso a 20 voci diverse.

Ogni voce darà luogo a grandi discussioni nel corso di approvazione del ddl.

Una volta il ddl approvato, queste fonti di finanziamento dovranno superare le procedure amministrative per diventare risorse certe.

Stante questa situazione, prima ancora che in Parlamento, il confronto si è aperto nel paese; la convinzione di molti è che si voglia finanziare il RdC aumentando il deficit e di conseguenza il debito. Non vi è dubbio che tutto questo comporterà un duro scontro politico e quindi un allungamento dei tempi.

Quando potrà entrare in vigore il Reddito di Cittadinanza?

Non si possono fare previsioni certe ma non credo che tutto questo processo possa durare meno di due anni.

Se leggiamo con attenzione il Contratto questa previsione è condivisa dagli stessi firmatari dell’Accordo con due passaggi.

Il primo è quello che prevede un investimento di 2 miliardi di euro per la riorganizzazione e il potenziamento dei centri per l’impiego; solo successivamente si procederà all’erogazione del RdC.

Questo significa che fra l’approvazione del finanziamento, la decisione della ripartizione dello stesso in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti Locali, il bando per le assunzioni e l’assegnazione del personale ai Centri per l’impiego passeranno almeno due anni.

Il secondo passaggio è nella possibilità dell’apertura di un dialogo nelle sedi comunitarie al fine di applicare il provvedimento A8-0292/2017 approvato dal Parlamento europeo lo scorso 6 ottobre 2017, che garantirebbe l'utilizzo del 20% della dotazione complessiva del Fondo Sociale Europeo (FSE).

Poiché le somme previste nella Programmazione 2014.2020 sono già impegnate, le risorse del FSE non possono essere che quelle della Programmazione 2021-2027.

Misura del RdC

Il RDC, a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare, va da 780 euro mensili per un solo componente a 2.808 euro per 7 componenti.

Come integrazione al reddito va anche ai pensionati e lavoratori autonomi, non costituisce reddito imponibile e non è pignorabile.

Queste cifre sono corrette, credibili e sostenibili? È difficile crederlo sia perché , come ho detto, non vi sono finanziamenti certi e bisogna tenere conto dei vincoli di bilancio.

Non raggiunge queste cifre neanche il reddito francese di solidarietà attiva che, come ho riportato nel Post relativo al RSA , va da un minimo di 545 euro per una persona sola a un massimo di 1.145 euro per una coppia con due bambini.

Poiché il debito pubblico dell’Italia è molto alto e, di conseguenza, i vincoli di bilancio sono molto stringenti, il finanziamento complessivo va valutato con attenzione e progressività

Conclusioni

In Italia problemi sarebbero più facilmente risolvibili se non si volesse cominciare sempre da zero.

Quanto dico vale anche nel caso specifico.

In Italia esiste il ReI (Reddito di Inclusione) che dal primo luglio spetta a tutti coloro che rispondono alle condizioni di reddito e di patrimonio previste; significa che ne usufruirà una platea di 2.500.000 beneficiari con uno stanziamento di due miliardi.

È stato stanziato e suddiviso fra le Autonomie locali un miliardo di euro per il rafforzamento dei servizi sociali.

È stata inoltre avviata la riforma dei Centri per l’impiego.

Qualcuno potrebbe obiettare che la platea dei beneficiari è troppo esigua e l’importo troppo basso rispetto alle previsioni del RdC, ma chi vieta di potenziare e migliorare il ReI, chi vieta di proseguire e rafforzare la riforma dei Centri per l’Impiego?

Antonio Ladu

Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano al Liceo Jeanson de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano