Nell’intervista dell’11 agosto 2017, rilasciata ad Alessandra Carta di Sardinia Post, EmilianoDeiana, Presidente dell’Anci dice alcune cose che condivido pienamente: in particolare la richiesta alla Regione di aprire una vertenza entrate col Governo nazionale per i Comuni della Sardegna, l’affermazione che i comuni sardi non sono tutti uguali perché, all’interno del grande contenitore della vertenza entrate, c’è la questione delle zone interne e che su questo punto bisogna passare dagli annunci ai fatti facendo partire la programmazione a tutti i livelli.

La questione delle zone interne non è, secondo Deiana solo un problema di risorse: riguarda anche i poteri. La stessa legge 2 del 2015, quella che ha riorganizzato in Sardegna il sistema delle Autonomie locali, è troppo piegata verso la Città Metropolitana di Cagliari. Sono pienamente d’accordo con questa affermazione, aggiungendo che alla Città metropolitana di Cagliari si è accompagnata la rete metropolitana di Sassari. Inoltre questo assetto è stato formalizzato con la recente Delibera della Giunta regionale sul Piano di riordino degli ambiti territoriali della Sardegna. Purtroppo questo Piano è stato pienamente condiviso dal sistema delle Autonomie Locali.

Alcune altre affermazioni mi lasciano perplesso come quando afferma che, una volta fissato il principio politico della priorità del rilancio delle zone interne, “a cascata andrebbero riprogrammati i fondi europei orientando la spesa sullo sviluppo rurale, sulle infrastrutture territoriali e sugli aiuti alle imprese dei settori di riferimento, quindi agricoltura, pastorizia e piccolo commercio” riequilibrando l’allocazione dei fondi europei oggi concentrati sulle aree urbane. A parte la necessità di una verifica delle scelte di programmazione già decise, riprogrammare oggi i fondi europei così profondamente significhebbe non impegnarli e non spenderli.

Sono perplesso inoltre quando il Presidente dell’Anci individua, come zone interne più disagiate, il Goceano (nel Sassarese), la Barbagia di Seulo, la bassa Ogliastra, il Barigadu.

La perplessità non deriva tanto dal fatto che, quelle citate, non siano tra le zone più disagiate, ma perchè sembra riproporsi, sempre uguale, la collocazione territoriale delle zone interne che vengono identificate nel Nuorese con, al massimo, l’allargamento all’Alto Oristanese.

È vero; non tutti i comuni sono uguali e non tutti i territori sono uguali.

In un mio Post recente ho fatto un calcolo sui risultati ad oggi delle Programmazione territoriale regione. Risultato: al Nuorese 168 milioni di euro; all’Oristanese 13 milioni.

Antonio Ladu

Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano alLiceo Jeansono de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano.