Nell’ambito del “Progetto Oristano Est” ( 34 milioni di euro di cui 17 di fondi pubblici e 17 di fondi privati ) attivato dalla precedente Amministrazione, il “Fondo Cre.O”, acronimo per credito Oristano, ne costituisce lo strumento finanziario innovativo che ha contribuito ad accrescere la premialità del progetto; consentendogli di passare tra quelli immediatamente finanziabili.

Alcuni cantieri pubblici del progetto sono partiti, altri, privati, sostanzialmente completati. Ciò nonostante pur essendo a fine febbraio 2019 l’Amministrazione Lutzu non ha ancora, a nostro avviso colpevolmente, attivato il “Fondo Cre.O”.

Resta il dubbio se l’Amministrazione abbia compreso fino in fondo le potenzialità e l’importanza di attivazione dello strumento ( qualche dubbio l’abbiamo, tenuto conto che qualche consigliere di maggioranza da noi interpellato ci ha candidamente confessato di ignorare ancora oggi cosa sia ). Al contrario, ove ne abbia compreso bene l’importanza e ne stia trascurando l’attivazione stessa, allora deve ufficialmente assumersi “coram populo”, cioè davanti a tutti, la responsabilità del danno “potenziale” per 8 milioni di euro che possono essere messi in moto.

Ancora una volta – sul tema ci siamo intrattenuti sul sito dell’Associazione con alcuni Post – chiariamone ulteriormente il profilo:

Il Fondo Cre.O –

Si tratta di uno strumento finanziario sinergico ed integralmente partecipe del “Progetto Oristano Est”, finalizzato a favorire e vivificare le attività produttive insediate o che intendano insediarsi nell’ambito del perimetro territoriale interessato dalle attività di riqualificazione del Progetto Oristano Est.

1 – La struttura del Fondo Cre.O

È un fondo finanziario di importo totale di 800.000 euro così articolato:

  1. – 400.000 euro è l’importo destinato a costituire un “fondo rotativo di garanzia” su prestiti bancari, in grado di sviluppare, secondo gli usuali criteri moltiplicativi dei fondi di garanzia ( tipicamente dei Consorzi di garanzia fidi come per esempio “Sardafidi”, “Confidi”, “Ascom fidi”, ecc.), un moltiplicatore sino a 20 volte il fondo: quindi potenzialmente 8 milioni di euro di finanziamenti globali. Una cifra di significativo impatto nell’economia del territorio;

“Tipologia di prestito” – mutui chirografari a 5 anni ( il mutuo chirografario non presuppone ipoteca);

“Importo” – previsti 50.000 euro come importo massimo, di cui il 50% destinato obbligatoriamente a nuovi investimenti;

“Beneficiari” – microimprese e professionisti che sono o intendano insediarsi nel perimetro interessato dal “Progetto Oristano Est”. Non sono previsti tra i beneficiari gli imprenditori agricoli ma lo sono, ovviamente, quelli dell’agroindustria;

“Garanzia” – la garanzia del fondo opererebbe con una copertura del rischio all’80% per le Start – Up ( nuove iniziative ) e al 50% per gli altri beneficiari;

“Rotatività” – il fondo di garanzia ha carattere rotativo, che esprime, giunto a capienza massima, la capacità di ricostituzione dei margini operativi di garanzia – quindi la possibilità di concessione di nuovi finanziamenti ad altri imprenditori – via via che vengono restituite le rate dei mutui concessi;

  1. – 400.000 euro è invece l’importo del fondo destinato al contributo in c/interessi e, quindi, consentire anche un abbattimento parziale dell’onere per interessi sui mutui concessi e garantiti dal “fondo di garanzia”. Questo fondo come è ovvio non ha caratteristiche di rotatività e, conseguentemente, va ad esaurimento; salva l’ipotesi di rifinanziamento.

Questa è in buona sostanza il profilo complessivo che sta alla base del Cre.O.

Qualche cifra –

L’usuale moltiplicatore “20”, adottato normalmente per i fondi di garanzia, farebbe sommare come detto a 8 milioni di euro il plafond “potenziale” globale dei finanziamenti iniziali ( 400.000 x 20 = 8.000.000 ), consentendo di emettere potenzialmente in moto 160 iniziative di investimento, con l’ipotesi di richiesta massima di 50.000 ( 50.000 x 160 = 8.000.000 ). Numero destinato ad aumentare se le richieste non saranno posizionate tutte sul massimo e, comunque, in forza della rotatività potranno progressivamente esserne finanziate ulteriori ( un approssimazione per eccesso, perché considera solo la restituzione del capitale, ma orientativa come approssimata indicazione, ci dice che la restituzione – per un mutuo al massimo di importo – è 10.000 euro all’anno che x 160 = a 1.600.000 euro che sono, in via di larga approssimazione, i margini annuali di disponibilità che si ricreano nel plafond per finanziare nuove iniziative “potenziali” di investimento );

L’attivazione –

Per attivare il Fondo Cre.O sono semplicemente necessari tre atti fondamentali:

a – “Disciplinare” – ove già non esista, la redazione di un Disciplinare funzionale a rendere espliciti: il perimetro territoriale in cui opera il Progetto Oristano est; la definizione delle imprese beneficiarie dando effettiva caratura alla dimensione di “microimpresa” e formalizzare l’esclusione delle imprese agricole; la tipologia di prestito bancario nella forma di mutuo chirografario a 5 anni; l’importo massimo possibile; la diversificata copertura del rischio garantito tra il 50% e l’80%; ogni altro aspetto ritenuto utile disciplinare;

b – “Bando banca” – cioè un bando destinato alle banche che intendano partecipare, finalizzato ad individuare la banca che offrirà, in forza dell’esistenza dei due fondi che abbattono in modo significativo il rischio di credito, il tasso migliore sul mutuo chirografario a 5 anni ed il moltiplicatore più elevato, rispetto ad il minimo previsto dal bando stesso ( che non dovrebbe essere inferiore a 15 – 18 volte ). Banca che gestirà sia il fondo di garanzia sia il fondo contributo in c/interessi.

Con la banca vincitrice verrà stipulato una “Convenzione” regolatrice dei rapporti tra Comune e Banca, come usualmente avviene tra banche e consorzi fidi, tesa anche a regolare le varie ipotesi di gestione connesse anche ad eventuale insolvenza da parte del beneficiario e ogni altro aspetto;

c – “Convenzione di tutoraggio” – una convenzione con l’ordine dei commercialisti e consulenti del lavoro per i professionisti che intendano aderire per svolgere attività di tutoraggio, a prezzi predefiniti in convenzione, a favore delle imprese per la redazione del “business plan”, assistendole nei rapporti con la banca erogatrice sino a definizione dell’operazione.

Per attivare il Fondo Cre.O non è necessario, come si vede, fare un corso di economia alla Bocconi. È necessaria solamente la volontà politico – amministrativa di attivazione del progetto Cre.O e fornire così una risposta al mondo imprenditoriale interessato e sin qui assolutamente dimenticato dalla mancata attivazione.

Peraltro, la mancata attivazione del fondo Cre.O mutila il Progetto Oristano Est a ridefinzione urbanistica, senza l’importante lievito alle attività produttive che Cre.O è in grado di stimolare, completando così l’effettivo “rammendo” della periferia Est alla città sia urbanisticamente sia produttivamente: questa essendo la “visione” originaria del progetto.

Del resto è sufficiente farsi una domanda semplice ma basilare: l’economia cittadina può permettersi il lusso di rinunciare a 8 milioni di “potenziali” finanziamenti, favorendo così le numerose imprese che potrebbero essere interessate ad un intervento economico così favorevole?

Di più, dopo cinque anni il Fondo Cre.O, almeno per la parte di 400.000 euro del fondo di garanzia, entra definitivamente nelle disponibilità dell’Amministrazione; che potrà destinarlo anche ad altre finalità di garanzia diverse dal progetto iniziale ( ad esempio favorire interventi di recupero edilizio, da parte di privati, nel centro storico ).

Le imprese attendono. L’Amministrazione Lutzu si attivi: promesse ne sono state fatte tante, i fatti ci sembra siano molto pochi e tra questi dobbiamo annoverare anche la mancata attivazione del Fondo Cre.o. Non sprechiamo la possibilità che abbiamo. Gli imprenditori e l’economia della città ne trarranno significativo vantaggio.

Gianni Pernarellla

Laurea in Giurisprudenza conseguita a Pisa e studi post laurea in Economia. Dipendente del Banco di sardegna dal 1973 al 2003. Dopo esperienza pluriennale di filiale, assume nel 1990 ruoli di responsabilità nella struttura centrale “Organizzazione e Sistemi Informativi” dove, in veste di funzionario capo progetto, ha gestito oltre 10 progetti organizzativi e relativi a sistemi informativi. Collaboratore per oltre 6 anni del SIL – PTO di Oristano; ha scritto quattro libri sulla materia del credito e dell'economia provinciale oristanese relativa all'artigianato.