In un post precedente suggerivo che chiunque abbia ruoli di responsabilità nella nostra città dovrebbe, in cuor suo e pubblicamente, sostenere che odia “Oristano per come 蔝 e amarla “per come potrebbe essere”. In questo post elenco le azioni più o meno concrete che ritengo necessarie per cambiare Oristano e renderla davvero una cittadina di cui andare fieri.

Mettere al centro le persone e non i gruppi e le “famiglie”

Oristano è centro abbastanza piccolo perché ci si conosca quasi tutti. In questo centro ci sono dei gruppi di interesse e alcune famiglie che per questioni di status economico o semplicemente per la propria numerosità sono degli interlocutori delle istituzioni. In sede di elezioni, e anche nella fase di ricompensa, tali gruppi fanno la parte del leone. In un momento storico in cui il voto è volatile, anche in un centro in cui i voti non sono proprio segreti, sarebbe bene parlare al cuore delle persone piuttosto che venire a patti con Presidenti e capifamiglia, così da perseguire l’interesse comune e non quello di un gruppo selezionato di persone.

Puntare su una città vivibile – una nuova viabilità

La viabilità in città è un incubo, per come è pensata, per le condizioni delle strade e dei percorsi pedonali e ciclabili. Oristano inoltre è un centro in cui è estate per quasi sei mesi l’anno e autunno per i restanti sei mesi. È una città da vivere all’aperto e possibilmente a piedi e in bicicletta. Eppure il nostro centro è pieno di automobilisti nervosi, che appena vedono un rettilineo si lanciano a 90 km/h; nelle strade i ciclisti, talvolta anche loro indisciplinati, vengono schiacciati come mosche, così come i pedoni, che attraversano alla cieca in strisce pedonali poco visibili. Sarebbe importante, attraverso opere pubbliche ma anche campagne di sensibilizzazione e nei casi peggiori di repressione, cambiare la tendenza e restituire la città ai pedoni, ai ciclisti e ai pochi bambini che la abitano ancora, preferendo questi alla proliferazione delle automobili.

Trasporto pubblico e barriere architettoniche

Questo aspetto è fortemente legato alla viabilità. Per migliorare la viabilità occorre ridurre il numero di veicoli per strada e limitare i disagi delle barriere architettoniche. È necessario in primo luogo ripensare al trasporto locale, immaginando anche, se non soprattutto, a modalità “a chiamata” nel centro abitato e intensificando lo spostamento verso le frazioni, la borgata marina e possibilmente i centri vicini (almeno Santa Giusta e Cabras). In più, usufruendo di finanziamenti da enti sovraordianati, pianificare un master plan per l’abbattimento delle barriere architettoniche per i disabili, per venire nel contempo incontro all’invecchiamento della popolazione e alla potenziale utenza di turisti anziani.

Incrementare i servizi e i benefici per le famiglie con figli

In una città che invecchia e che utilizza moltissime risorse per i servizi sociali agli anziani, i bambini non nascono più anche perché le famiglie non hanno le risorse materiali per permettersi più di un figlio. Visti i numeri risicati, sarebbe utile e relativamente semplice aumentare i servizi e i contributi alle famiglie, con una copertura universale e non legata al reddito.

Turismo

Oristano è la località perfetta per la destagionalizzazione, attraverso due target distinti: i praticanti di sport e gli anziani. L’orografia del territorio e il già citato clima mite garantirebbero, se si agisse in maniera oculata, il turismo da aprile a fine ottobre. Non occorrono 30 gradi e discoteche per fare turismo, talvolta basta fantasia, progettualità e risorse investite sapientemente, ad esempio attraverso l’istituzione di un maggio oristanese e un ottobre oristanese, magari all’insegna di rassegne eno-gastronomiche, il cui costo sarebbe parzialmente coperto dagli operatori invitati. Il tutto, cosa non banale a Oristano, evitando di frustrate le iniziative dei privati cittadini.

Torregrande

La borgata marina merita un discorso a parte. È incredibile che una risorsa come Torregrande sia stata trascurata così a lungo. Certo, per il rilancio di Torregrande sono necessarie ingenti risorse per l’avvio di cantieri (tra tutti il rifacimento del lungomare) e la programmazione di eventi (l’esperienza del Mondo Ichnusa poteva essere la prova generale per un piano d’azione più ampio), ma è anche vero che Torregrande sconta una filosofia sbagliata: vissuta più come residenza estiva degli oristanesi piuttosto che come località turistica. I recenti investimenti privati sulla borgata, inoltre, sono collocati in zona periferica rispetto al centro abitato, a riprova della sfiducia anche degli imprenditori rispetto al suo rilancio. Il primo passo sarebbe quello di evitare, anche in questo caso, di contrastare le iniziative di privati in favore di residenti che vogliono andare a dormire entro le 22.00 e garantire la disinfestazione dalle zanzare, il resto verrebbe (quasi) da sé.

Mettersi al centro del territorio

Oristano non può accontentarsi di essere il centro abitato più grosso della provincia, deve essere invece il catalizzatore delle iniziative locali, perché è il centro che ha le infrastrutture che permettono l’organizzazione di eventi sportivi, culturali, politici, professionali, che ad oggi vengono organizzati in centri più piccoli ma, occorre dirlo, più dinamici del capoluogo. Basti pensare che la città si è accodata a un’Unione dei Comuni per partecipare al bando sulla programmazione territoriale della Regione sardegna, quando sarebbe dovuto essere l’ente promotore di una tale iniziativa.

Agricoltura e commercio

Oristano ha, per la sua collocazione geografica, una vocazione commerciale.Non a caso molti privati investono in città ingenti risorse in centri commerciali, che non conoscono difficoltà economiche. Il Comune dispone di spazi commerciali da valorizzare: il mercato civico, il mercato di via Costa e il mercatino di viaAristana e via Arborea. In tutti e tre i casi la situazione, per diversi motivi, non è rosea. È possibile invece risolvere i problemi dei tre mercati, coinvolgendo anche i produttori locali e le associazioni di categoria, per rilanciare il naturale connubio tra agricoltura e commercio che Oristano dovrebbe valorizzare.

Snodo viario

Oristano ha una posizione geografica strategica nell’isola, con un porto industriale a pochi km dal centro abitato. Il progetto del centro intermodale è ormai di vecchia data. Occorre concretizzarlo per sfruttare la grande occasione di trasformare Oristano nello snodo viario di merci e persone, attraverso il collegamento dei trasporti su gomma, ferrovia e via mare, a meno di 100 km da l’Aeroporto più importante dell’isola.

Cultura

Occorre uscire da un’imbarazzante malinteso: cultura non è tradizione e folclore. La cultura oristanese risiede nella Carta Delogu, nel teatro di Garau, nelle ceramiche, nell’AtiquariumArburense; non nella Sartiglia e nei balli sardi, che sono invece capisaldi della tradizione. Prima lo si capisce, prima riusciremo a sfruttare il nostro patrimonio culturale in maniera adeguata

Scuola e Università

Numeri piccoli e in diminuzione per la scuola, deve significare eccellenza e non ridimensionamento. Lasciare invariate le risorse, cercare di aumentarle e fornire servizi collaterali alla scuole, per preparare i nostri ragazzi al mercato globale e alle sfide del futuro, che noi adulti non possiamo nemmeno immaginarci. Sostenere il lavoro del Consorzio Uno, che sta facendo di Oristano un polo universitario di nicchia ma dinamico.

Politica abitativa e urbanistica

Stop alla crescita in estensione di Oristano, sì alla crescita demografica e agli incentivi per gli affitti. Troppe case sfitte, troppo territorio consumato, con conseguente incremento dei costi per gli oneri di urbanizzazione. Occorre dare slancio al Piano Particolareggiato del Centro Storico e far tornare gli oristanesi più vicini alla statua di Eleonora.

 

Questa è la mia personale idea di Oristano per come dovrebbe essere. È un’idea parziale e opinabile. La speranza è che questo post possa essere uno stimolo per avviare un dibattito, perché è giusto evidenziare quello che non va bene ma è necessario pianificare il futuro per risolvere i problemi della città.

Riccardo Scintu

Ha conseguito nel 2010 il Dottorato di Ricerca in Scienza Politica presso l’Università di Bologna, sede di Forlì. Laureato nel 2006 all’Università di Bologna in Scienze dell’Organizzazione e del Governo. Opera in numerosi enti locali della Sardegna come componente esterno di organismi di valutazione delle performance e come consulente sulle tematiche dell’organizzazione e della gestione delle risorse umane.