Vanno senz’altro riconosciuti al Sindaco l’impegno e la volontà di dialogo a livello istituzionale e sociale. Nelle linee programmatiche, inoltre, vi sono delle idee e progetti condivisibili.

Vi sono però, a mio parere, delle lacune che potrebbero vanificare le buone intenzioni.

La prima, e più rilevante, è che le linee programmatiche sono prive di una, seppur minima, analisi di contesto. Questo fa sì che si enunciano le cose da fare, ma non come e con quali strumenti.

Nel concreto si deve riflettere sul fatto che, mentre le li linee di mandato sono relative al periodo 2017-2022, la programmazione europea, nazionale e regionale è a metà del suo percorso e vede impegnate più della metà delle sue risorse.

Ne consegue che senza un’attenta analisi dello stato di attuazione a tutti i livelli, compreso evidentemente quello cittadino, si rischia di essere tagliati completamente fuori da questo ciclo di programmazione.

Queste affermazioni sono pienamente valide se rapportate a quanto si afferma nelle Linee di Mandato in rapporto al ruolo della Città capoluogo e alla Programmazione territoriale.

“Oristano può riconquistare a pieno titolo il ruolo di città capoluogo, riproponendosi come promotore di sviluppo per l’intero territorio di area vasta e, in particolare, dei comuni della fascia costiera (Oristano, Cabras, Santa Giusta, Riola Sardo, San Vero Milis, Narbolia, Cuglieri)».

Si percorrerà, pertanto, la strada della “Programmazione Territoriale” che la programmazione Unitaria 2014-2020 della Regione Sardegna individua quale strumento per delineare le strategie di sviluppo locale e accedere alle risorse dei fondi assegnati alla nuova programmazione.”

Quando nel primo paragrafo si afferma che Oristano è città capoluogo del territorio di area vasta, non solo si dimentica che Oristano è capoluogo dell’intero territorio provinciale, ma si separa anche la fascia costiera dal suo retroterra territoriale.

Inoltre nel linguaggio della programmazione il concetto di Area Vasta è legato alla Pianificazione strategica del precedente periodo di Programmazione 2007-2013; non va dimenticato ancora che il Piano strategico di Oristano e dell’ area vasta del 2007 non è mai decollato.

Ai fini dello sviluppo locale è invece pienamente vigente lo strumento della Programmazione Territoriale. Va tenuto presente che questo strumento si attua attraverso le politiche della Aree urbane e delle Aree interne.

Il 8/7/2017 la Giunta regionale ha approvato il Piano di riordino degli ambiti territoriali della Sardegna a norma dell’articolo 4 della Legge n. 2/2016.

I soggetti della Programmazione territoriale sono le Unioni dei Comuni, le città medie, le reti urbane, le Aree e le reti metropolitane.

Poiché non è stata costituita nessuna rete urbana Olbia, Nuoro ed Oristano possono agire come città medie.

L’Area vasta costituite dalla fascia costiera enunciata nelle linee di Mandato non ha oggi nessuna possibilità di realizzare i progetti previsti.

Il rischio è che Oristano non solo non svolga il ruolo di città capoluogo, ma che sia al traino dei comuni che hanno costituito le Unioni dei comuni e hanno quindi avviato o possono avviare la Programmazione Territoriale.”

Un altro esempio è quanto si dice a proposito delle Zone economiche speciali.

“Una grande opportunità di sviluppo da cogliere riguarda l’istituzione delle Zone Economiche Speciali. Le ZES, che devono includere necessariamente almeno un’area portuale, sono volte a supportare la creazione di condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi delle aree interessate, consentendo il rilancio delle imprese già operanti e l’insediamento di nuove attività.”

Non è chiaro se l’obiettivo da perseguire sia che Oristano diventi una Zes o che il porto di Oristano sia inserito nelle rete dei porti del sistema portuale sardo.

La legge che istituisce le ZES dice che devono comprendere almeno un'area portuale che deve possedere le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315 dell'11 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). Sono caratteristiche che solo il Porto di Cagliari possiede.

Questo significa che in Sardegna può essere istituita una sola ZES.

Il mio parere, più volte espresso, è che Oristano non solo faccia parte del sistema portuale sardo, ma che si muova rapidamente e decisamente per nominare un proprio rappresentante nel Comitato di Gestione dell’ Autorità di sistema portuale regionale.

Antonio Ladu

Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano alLiceo Jeansono de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano.

 

 

 

 

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