di Giampiero Vargiu

In questi giorni, con la situazione dovuta al Covid che si aggrava, sono rimasto colpito dalle proposte avanzate da due economisti italiani di livello mondiale: Mariana Mazzucato e Carlo Cottarelli. Entrambi concentrano, in definitiva, i loro ragionamenti e le loro proposte sull’esigenza di rimuovere le disuguaglianze e di ripensare il capitalismo. Ho già scritto delle proposte di Mariana Mazzucato. Mi concentro sulle proposte di Carlo Cottarelli.

Ripensare il capitalismo

Cottarelli scrive un pezzo in cui propone delle ricette contro l’ineguaglianza sulla rivista online Better Capitalism dal titolo “Una tassa globale e più investimenti su istruzione e sanità”.

L’economista parte dal presupposto che il futuro del capitalismo nel XXI secolo appare precario in almeno tre dimensioni.

  1. La prima riguarda le implicazioni ambientali della crescita economica, la sostenibilità ecologica.
  2. La seconda riguarda il senso di perdita di identità connesso alla globalizzazione dei flussi di merci, capitali e persone, quella che potremmo chiamare sostenibilità culturale.
  3. La terza riguarda la crescente concentrazione della ricchezza e del potere economico in un numero sempre più ristretto di imprese e individui, la sostenibilità distributiva.

Ritiene, quindi, che per migliorare il funzionamento del capitalismo e rendere meno precario lo sviluppo globale di lungo periodo, occorrono politiche volte ad agire su queste tre dimensioni, ma concentra il suo ragionamento sulla terza dimensione, quella della sostenibilità distributiva.

Parte dal dato di fatto che una riduzione della povertà assoluta e una distribuzione del reddito più egualitaria a livello globale è stata accompagnata da un aumento dell’ineguaglianza nella maggior parte dei singoli paesi.

Una tassa globale

Per fare le sue proposte Cottarelli evidenzia due fatti:

– la crescita di movimenti populisti in diversi paesi avanzati suggerisce che l’attuale situazione potrebbe prima o poi rivelarsi insostenibile;

– la recente dichiarazione dei CEO di un paio di centinaia di imprese globali sulla necessità di non considerare più il profitto come l’unico obiettivo dell’attività d’impresa, che induce a pensare che la necessità di una correzione sia percepita anche da chi ha tratto benefici dalla redistribuzione del reddito a favore dei più ricchi.

Avanza, quindi, una prima proposta, che riguarda la soluzione del problema della concentrazione del reddito nelle mani di pochi con l’utilizzo dello strumento della tassazione progressiva a fini redistributivi.

Per realizzare questa sua proposta ritiene sia indispensabile un maggiore coordinamento tra le politiche di tassazione dei vari paesi a livello globale, con la nascita di una World Tax Organization, che promuova una maggiore armonizzazione delle politiche di tassazione, in modo da eliminare la disuguaglianza nei risultati, cioè nei redditi percepiti. Soluzione non facile nel breve periodo, perchè ha strettamente a che fare col fatto che la tassazione è l’essenza della sovranità e che trasferire parte della propria autorità di tassazione a qualche organismo internazionale è politicamente difficile, soprattutto in tempi di scetticismo verso il ruolo delle organizzazioni internazionali.

Più investimenti su istruzione e sanità

La seconda soluzione che propone Cottarelli è quella di lavorare sull’uguaglianza nei punti di partenza, uguaglianza nelle opportunità. Il concetto è quello dell’ascensore sociale, in base al quale a tutti va garantita la possibilità di vedere premiati i propri meriti e i propri sforzi.

Per concretizzare questa seconda aspirazione e per rendere più accettabile il capitalismo nel XXI secolo, Cottarelli propone di indirizzare la spesa pubblica verso la creazione di un adeguato capitale umano attraverso la pubblica istruzione e l’offerta di validi servizi sanitari per tutti.