di Giampiero Vargiu

A due mesi da “ConnEtica 2021: il festival delle interazioni tra digitale ed etica” ci poniamo l’obiettivo di valorizzare le idee emerse durante l’iniziativa affinché diventino un patrimonio di discussione nella nostra Comunità.

Con tale finalità abbiamo iniziato a suddividere i video di ciascuna giornata facendo in modo che, per ciascun relatore, sia possibile visionarne la relazione autonomamente. Con questo video intendiamo inaugurare una stagione di discussioni e dibattiti sui temi del festival, partendo dalla relazione tenuta da Luciano Floridi, che insegna Filosofia ed Etica dell’Informazione all’Università di Oxford e Sociologia della Cultura e della Comunicazione all’Università Alma Mater di Bologna.

Vista dell’iniziativa

Gli spunti della relazione di Luciano Floridi sono tanti, ma ne voglio prendere solo alcuni, da evidenziare con delle “pillole”, che, spero, stimolino la discussione.

Attraverso la quarta rivoluzione, che è quella del digitale e della società dell’Infosfera, abbiamo modificato il mondo. Abbiamo modificato anche la nostra autocomprensione, la nostra identità. Viviamo in un “ambiente”, quello digitale, nel quale, non solo leggiamo il mondo, ma contribuiamo a scriverlo, a disegnarlo. Siamo nell’epoca del Design, che è la capacità di progettare e realizzare manufatti, ma anche di comprendere, nella società complessa di oggi, i problemi, i vincoli e le opportunità, in vista di un fine. Questo vale anche per le nostre istituzioni, il nostro modo di vivere, la nostra struttura sociale, i processi, le strategie di business, la scuola, la sanità.

Oggi è indispensabile che anche la filosofia si occupi di design e di creatività. Qualcuno potrebbe dire che, nelle difficoltà di oggi, di tipo sociale, culturale ed economico, questi sono argomenti lontani dalla realtà, dai problemi di tutti i giorni, dalle difficoltà dovute anche alla pandemia da coronavirus.

Non è vero.

Se non ci occupiamo del digitale e della società del digitale, questi, comunque, si occupano delle nostre vite e le influenzano.

La potenza del digitale sta oggi arrivando a un livello mai visto prima e potremmo esserne condizionati in maniera negativa dal punto di vista delle nostre “esigenze umane”. Dobbiamo, quantomeno, riflettere, sull’esigenza che da consumatori del mondo e spettatori di quanto sta avvenendo, occorre diventare protagonisti del nostro futuro, capaci di capire, controllare e creare. Restituire, quindi, un ruolo di primordine alla formazione, a tutti i livelli. La Scuola come centro propulsivo delle nostre comunità: infrastrutture, didattica e capitale umano che vi opera ai massimi livelli, con le risorse economiche necessarie.

Un progetto di società del XXI secolo che metta in secondo piano l’individualismo esasperato della società dei consumi per passare a un modello nel quale, non solo ci si coordina pe un fine comune, ma si collabora o, meglio ancora, si coopera. La pandemia da coronavirus, se c’è una lezione che ci può aver insegnato è che, nella società della complessità e della globalizzazione, è indispensabile rendersi conto che noi siamo le nostre relazioni e un futuro degno di questo nome lo possiamo realizzare se cooperiamo per realizzare, come lo definisce Luciano Floridi, “il matrimonio tra il verde e il blu”.

Il verde dei nostri ambienti di vita (l’ambiente naturale, l’organizzazione sociale, la cultura, la salute, l’economia, la politica) e il blu del digitale e delle nuove tecnologie. Un matrimonio nel quale ci prendiamo cura del mondo e governiamo la potenza del digitale, in modo che sia a servizio degli esseri umani.

Perché questo succeda occorre che la politica torni ad essere il “ciberneta” di cui parlava Platone, la guida che accompagna, anche in mezzo alle grandi difficoltà, la nave in porto. Ci vuole una governance della società che torni “a rivedere le stelle”, non, o non solo, per la loro bellezza, ma perché ci possono aiutare a trovare la rotta giusta.

Di seguito è possibile seguire il video della relazione di Luciano Floridi, che, sicuramente, evidenzia molto meglio di me questi concetti appena enunciati. Nei primi minuti l’audio non è dei migliori e di questo chiedo scusa.