di Giampiero Vargiu

Nel nostro territorio migliaia di cittadine e cittadini hanno firmato una petizione del Comitato per il diritto alla salute della provincia di Oristano contro i tagli nella sanità.  In particolare, chiedono a gran voce il potenziamento dei presidi ospedalieri, l’abbattimento delle liste di attesa e il diritto alla salute per tutti.

La Commissione sanità del Consiglio Comunale di Oristano ha organizzato per il 7 novembre una manifestazione per protestare contro lo smantellamento della sanità nella provincia.

Nei giorni scorsi c’è stata una forte protesta da parte del Comitato Delogu Bene Comune, perchè per allestire il reparto Covid al San Martino di Oristano, dieci letti che mancavano sono stati prelevati dal reparto di chirurgia dell’Ospedale Delogu di Ghilarza. ‘E stato necessario anche l’intervento dei carabinieri.

Il Consiglio Comunale di Oristano è stato convocato per oggi alle 18 per discutere della situazione della sanità.

Nel luglio scorso il Consiglio comunale di Oristano aveva approvato all’unanimità una mozione che impegnava il Sindaco e la Giunta comunale a intervenire con forza e determinazione presso il Governatore della Regione Sardegna. La mozione prevedeva anche l’istituzione di una commissione consiliare speciale per la tutela degli utenti della sanità locale. Inoltre, tale Commissione dovrebbe occuparsi dello studio e dell’analisi della situazione sanitaria locale, sia per arginare i disservizi e le carenze dell’Ospedale San Martino sia per arginare le forme di devianza e dipendenza legate a uso di alcol, droghe e ludopatia.

Da più parti viene messa in evidenza la situazione disastrosa della sanità nella provincia di Oristano e il caos negli ospedali, aggravati dalla pandemia dovuta al Covid.

L’attuale Giunta della Regione Sardegna sta smantellando l’organizzazione della sanità della precedente Giunta, con la reintroduzione delle otto ASSL, ma la provincia di Oristano è molto penalizzata da questa riforma, i cui contenuti forse conoscono solo gli addetti ai lavori.

Forse il Covid ci ha aperto gli occhi e ci ha uniti nella determinazione di rivendicare per la provincia il nostro diritto alla salute, che la Costituzione ribadisce con forza.

Questa può essere una buona occasione di partecipazione e di rivendicazione di una medicina del territorio all’altezza dei migliori sistemi sanitari che oggi è possibile costruire, grazie anche alle nuove tecnologie e ai fondi dell’Unione Europea.

Possiamo costruire insieme una vertenza sulla sanità della nostra provincia.

Mi permetto di avanzare alcune considerazioni, delle quali ho già scritto sul sito dell’Associazione di Promozione Sociale Oristano e Oltre con un pezzo dal titolo “La Sanità 4.0 e l’Autonomia differenziata”. In questo pezzo mi ero servito di quanto detto nella puntata di Report del 17.12.2018 dal titolo “Sanità 4.0 e Ospedali Intelligenti 4.0”. Mi concentrerò, poichè scrivere su tutto quanto detto in quella puntata di Report richiederebbe molto spazio, sull’esordio della trasmissione con Sigfrido Ranucci che dice, rivolgendosi all’allora Ministra della Salute Giulia Grillo e ai  Governatori delle 20 Regioni Italiane, che si possono “……. risparmiare 15 miliardi di euro ogni anno attraverso la Sanità 4.0 e gli Ospedali Intelligenti 4.0. Immaginate che i nostri anziani un po’ acciaccati possano ingerire una pillola con dei sensori, che facciano un check up costante e, se c’è qualcosa che non va, lanci degli allarmi ai parenti o ai medici. Immaginate un futuro dove non ci sono file negli studi dei medici di famiglia perché le visite possono essere fatte attraverso la telemedicina, le prescrizioni viaggiare via cloud e possano essere lette in tutte le farmacie d’Italia. Immaginate un futuro dove non ci sono file nel pronto soccorso né nelle sale d’attesa delle visite specialistiche convenzionate, perché possono essere monitorate da lontano cardiopatie, allergie, ipertensione, diabete. Possono essere controllate anche le evoluzioni di alcune malattie degenerative neurologiche, oppure gli esiti di un’operazione chirurgica. Immaginate anche che ci siano dei malati oncologici, spesso sperduti, che possano consultare un database e trovare un paziente che ha avuto la loro stessa patologia e che ce l’abbia fatta. E scegliere le cure migliori. Scegliere magari anche di essere operati da un robot che usa un laser come bisturi, guidato dalla mano di un chirurgo, il migliore che c’è, dall’altra parte di un continente. Sembra un’utopia, ma la bella notizia è che tutto questo esiste già. Basta solo abbattere i muri della Sanità che ci sono in questo momento, creare una Rete. Abbiamo le competenze, abbiamo le tecnologie. La parola magica, anzi le parole magiche sono: medicina predittiva, ospedale intelligente.”

Qualcuno mi disse allora che si parlava del libro dei sogni e che in Sardegna non siamo in grado di progettare e realizzare un sistema sanitario di quella portata.

Ovviamente, non la penso nello stesso modo e, partendo dalla mobilitazione attuale, credo che possiamo pensare in grande e pretendere la qualità di cui parlava Sigfrido Ranucci. Ci sono le tecnologie e ci sono le risorse.