Prioritariamente riferisco il mio intervento ai due interrogativi che, in modo retorico ( dato che la risposta è negativa in entrambi i casi ), Giampiero Vargiu ha evidenziato nella sua articolata relazione d’apertura, in correlazione con quella di Maurizio Fanni, Cioè:

° qualcuno ha, in maniera trasparente ed evidente ai “Cittadini Sardi”, sviluppato un dettagliato conto economico e lo ha presentato da qualche parte in contraddittorio, sui costi delle sole dorsali principali, pari a circa 600 milioni di euro?;

° sono stati valutati correttamente gli impatti delle dorsali, con il coinvolgimento pieno e reale dei territori nei processi decisionali?

Vorrei innestarmi su questi due interrogativi ( pleonastici ), ricollegandomi anche all’intervento di Pinna che nell’esprimere il proprio dissenso netto sulla realizzazione della dorsale, ha insistito, a mio avviso giustamente, sul problema dell’impatto e sul consumo di suolo che comporta.

Sin qui ci stiamo riferendo solo alla dorsale principale e relative adduzioni. Al riguardo sembra intanto opportuno sottolineare che esse comportano a destra a sinistra una fascia di rispetto di 20 metri per lato, lungo tutti gli oltre 590 Km. Ciò aiuta a capire di che impatto stiamo parlando.

In realtà c’è un altro non secondario tassello che manca all’appello. Per esplicitarlo parto da alcuni dati di contesto ( fonte ISTAT e RAS censimento 2011 ).

Nell’Isola su 377 comuni sono ubicati in zona altimetrica di montagna 34 comuni e 262 in zona di collina: cioè 296 pari al 78,5% sono ubicati tra montagna a collina. In essi risiede una popolazione di 840.414 abitanti, cioè il 51,4% del totale di 1.638.362.

A me non risulta che esista un piano per le adduzioni ai singoli comuni, in particolare citati:

a – dov’è il conto economico di previsione di spesa?

b – l’adduzione a quanti Km di gasdotti secondari corrisponde?

c – qual è l’impatto sul suolo, considerato che esso è aggiuntivo a quello di cui sino ad ora si parla?

La mia netta impressione è che queste adduzioni non sono previste e non si faranno. Conseguentemente la stragrande maggioranza dei comuni saranno serviti attraverso il trasporto del GNL con automezzi criogenici.

Così stando le cose, a chi serve la dorsale? Mi sembra serva esclusivamente al guadagno delle società che si sono candidate a realizzarla.

L’impatto ambientale è talmente rilevante, che appare privo di senso realizzarla e che appare molto più logico utilizzare come modalità stabile e definitiva la soluzione che comunque andrà adottata mano a mano che vengono realizzati i “Depositi costieri”: cioè l’utilizzo di mezzi criogenici, essi stessi a trazione GNL.

Mi sembra che anche come contributo all’occupazione indotta sia di gran lunga preferibile, considerando che il numeroso parco complessivo necessario, presuppone stabilmente: autisti, manutentori, meccanici» rispetto alle pochissime unità a suo tempo indicate dalla SGI nella presentazione fatta tempo fa nell’aula consiliare della Provincia.

La dorsale, in definitiva, mi sembra un’opera costosa, inutile e dannosa.

Gianni Pernarella

Laurea in Giurisprudenza conseguita a Pisa e studi post laurea in Economia. Dipendente del Banco di sardegna dal 1973 al 2003. Dopo esperienza pluriennale di filiale, assume nel 1990 ruoli di responsabilità nella struttura centrale “Organizzazione e Sistemi Informativi” dove, in veste di funzionario capo progetto, ha gestito oltre 10 progetti organizzativi e relativi a sistemi informativi. Collaboratore per oltre 6 anni del SIL – PTO di Oristano; ha scritto quattro libri sulla materia del credito e dell'economia provinciale oristanese relativa all'artigianato.