Qualche tempo fa ho scritto alcuni pezzi dal titolo

Il rammendo delle periferie”,

“Oristano Capitale della Cultura” e

Oristano. Un Laboratorio di Idee“.

Voglio adesso scrivere di un progetto, del quale si parla da anni e sul quale, ad oggi, nessuno ha dedicato il tempo e la progettualità necessaria per portarlo a compimento, per poi richiedere le risorse necessarie. Propongo di dargli il titolo citato nella intestazione della pagina.

Nei pezzi citati, ritenevo indispensabile la nascita di un “Laboratorio di Idee” del nostro territorio, con un luogo fisico nel quale incontrarsi, al quale partecipano tutti gli attori sociali, culturali ed economici.

Inoltre, rappresentavo la necessità di unire il territorio, elaborare un progetto sociale, culturale ed economico all'altezza delle sfide e dei problemi prima evidenziati e promuovere una “Vertenza del Territorio dell'Oristanese”, con Oristano “Città Guida” e che, oltre all'esigenza di reperire e spendere bene le risorse attuali, occorre iniziare a guardare all'impostazione dei Fondi Strutturali 2021 – 2027 e a tutte le altre possibilità regionali, nazionali e europee sui Fondi per la cultura, per il sociale e per lo sviluppo economico.

Avevo anche proposto alcune linee d'azione, che richiamo:

– il turismo;

– il Distretto delle lagune;

– il parco fluviale;

– l'enogastronomia;

– i beni culturali;

– le specificità dell'agroindustria;

– le infrastrutture, sia quelle legate alla mobilità, in particolare alla ferrovia e al porto, sia quelle legate alle rete delle telecomunicazioni;

– la rigenerazione urbana.

In questo pezzo voglio proporre un progetto che richiama e unisce alcune delle linee d'azione citate.

Premetto che lo vedo come un progetto territoriale, una sorta di “percorso dei sensi” all'interno dei circuiti archeologico – culturali, uno “schema direttorio”, che tracci una trama urbana e ponga in essere un progetto di rammendo delle periferie, con al centro i vari percorsi d'acqua del nostro territorio, con l'obiettivo di legare le frazioni con il centro principale, con le Comunità del circondario e con il “Distretto delle lagune”. Un'occasione di sviluppo, peraltro già individuata nelle linee guida degli Architetti Paola Viganò e Bernardo Secchi al Piano Urbanistico di Oristano dal titolo “Oristano2“, che, anche nel titolo, prefiguravano la possibilità di sviluppare tutte le potenzialità del nostro territorio. Un progetto insieme economico, sociale e culturale, con il ricorso anche a strumenti finanziari del tipo di quelli utilizzati nel “Progetto Oristano Est” con il “Fondo Cre.O.”

I Comuni che possono essere coinvolti sono Simaxis, Solarussa, Siamaggiore, Santa Giusta, Cabras, Ollastra, Villanova Truschedu, Fordongianus e Oristano con le sue frazioni di Silì, Massama, Nuraxinieddu, Donigala e Torregrande. le Comunità devono essere pienamente coinvolte, nella parte pubblica e in quella privata. 'E imprescindibile la partecipazione di tutte le Organizzazioni Sociali e Culturali e delle Scuole.

Gli elementi principali da coinvolgere sono il Tirso con i suoi affluenti e le lagune del Golfo di Oristano.

Lo schema del “Percorso d'acqua” potrebbe delinearsi nel seguente modo:

– dei “percorsi lenti” ciclopedonali che riguardino tutto il territorio. Percorsi attrezzati con punti di sosta, nei quali evidenziare l'enogastronomia del territorio e i “segni della cultura” del territorio, di epoca nuragica, medioevale e recente;

– un tracciato di e.mobility, funzionale a percorsi turistico – ambientali;

– una serie di direttrici di collegamento alle emergenze urbanistiche, architettoniche e culturali di tutti i centri abitati e dei siti archeologici;

– una direttrice di collegamento al parco urbano individuato con il progetto “Oristano Est”, che con esso diventi complementare e si integri in perfetta armonia;

– inserimento nei progetti del territorio che si richiamano al tema in oggetto, come, per esempio, quello sulla valorizzazione delle lagune, con l'obiettivo di realizzare un “Distretto delle Lagune”;

– valorizzazione dei prodotti locali e delle attività artigianali che si richiamano agli elementi dell'acqua e della terra;

– un circuito economico che valorizzi i concetti dell'economia circolare, rigenerativa e green;

– una valorizzazione dello schema direttorio previsto nelle Linee Guida del PUC di Oristano “Al di qua e al di la della foce”, con l'obiettivo di inserire il percorso nel progetto dell'approdo delle navi da crociera e del porticciolo turistico;

– una “Fabbrica della creatività”, un “Laboratorio di Idee”, che, come da me già scritto, potrebbe contenere al suo interno un “Campus per la Scuola di Alta Formazione”, che potrebbe richiamare anche studenti dalla penisola. L'ubicazione più idonea potrebbe essere Sa Rodia, già dotata di spazi ampi e molti servizi, con edifici che potrebbero essere acquisiti e valorizzati. Un'idea del genere avrebbe bisogno di un potenziamento delle infrastrutture viarie su ferro, come il raddoppio delle ferrovia da San Gavino fino ad Oristano, l'ammodernamento della tratta ferroviaria da Sassari per Oristano e una accelerazione sulla realizzazione del polo intermodale.

Se ci decidessimo di sposare un progetto del genere, non sarà difficile trovare le risorse economiche e i partners necessari e inizieremo a tracciare un tassello per farci uscire dalle condizione di periferia delle zone sviluppate d'Europa, a farci uscire dalla nostra condizione di “un non luogo”, privo di funzioni urbane, in termini di servizi, trasporto, nuovi mestieri e, quindi, nuova occupazione.

È una proposta irrealizzabile per Oristano? No. Come scritto altre volte, occorrono convinzione, uno sguardo lungo, la giusta strategia, un territorio coeso e che la città di Oristano, finalmente, si decida a proporsi come guida del territorio.

Se Oristano entra in questa logica può ripresentare la propria candidatura come “Città della Cultura”, coinvolgendo l'intera Comunità e il territorio in modo da avere una larga partecipazione territoriale di Comuni, forte partecipazione dei privati e degli industriali, collegamenti con l'Università, la ricerca e il volontariato e una gestione dell'attrattività molto buona.

Giampiero Vargiu

Laureato in Ingegneria elettrotecnica all'Università di Cagliari nel 1980. Sindaco del Comune di Villagrande Strisaili dal 1995 al 2000. Socio della Societ di Ingegneria TEAM SISTEMI ENERGETICISRL, che ha sede operativa a Oristano e opera in tutta la Sardegna. Esperto in efficienza energetica e fonti di energia rinnovabili.