Dopo anni di crisi, l’economia internazionale conta le ferite inferte dai fallimenti e dalle ristrutturazioni che stanno accompagnando il cammino verso la ripresa. Nonostante le fortissime iniezioni di liquidità che hanno salvato dal fallimento numerose banche e nazioni, sembra che la mancanza di regole e controlli stringenti permetta ai soliti furbetti di continuare a intessere il loro gioco sporco.

Per capire cosa succede all’economia mondiale, vediamo più da vicino quali sono i megatrends che stanno determinando importanti ricadute economiche sulla vita e sulle abitudini di tutti noi.

Come premessa occorre dire che il sistema finanziario internazionale del mondo di oggi è attraversato da forti squilibri che ne compromettono la stabilità. Da un lato abbiamo i forti deficit degli USA, del Giappone, dei paesi europei c.d. PIGS, e dall’altro troviamo i continui surplus di bilancio della Cina e della Germania. Se a questo aggiungiamo che le valute sono ormai completamente svincolate dall’oro, possiamo capire su quali basi fragili, come un castello che si costruisce sulla sabbia, poggia oggi l’equilibrio e la stabilità dell’economia mondiale.

Un secondo elemento da tenere in considerazione è l’equilibrio precario su cui poggia la vita sul nostro pianeta a causa della globalizzazione delle epidemie virali, dell’inquinamento e della deforestazione selvaggia. L’insorgere di pandemie come quella del Coronavirus e incidenti come quelli di Chernobyl o di Fukushima ci fanno riflettere sulla fragilità del nostro ecosistema e dell’equilibrio biologico su cui poggia, da cui dipende la salute e il benessere di chi lo abita. La capacità della Terra di assorbire i prodotti di scarto industriali ed agricoli è limitata. Molti economisti pongono il problema di una riconsiderazione del tasso di crescita come principale indicatore di miglioramento economico ed iniziano ad affiancargli i parametri della qualità della vita, dello sviluppo sostenibile e del consumo consapevole.

Un terzo elemento con cui fare i conti è il sempre maggior utilizzo di macchine intelligenti che sostituiscono il lavoro umano. Questo fa sì che la forza lavoro umana diventa, mano a mano che avanza l’automazione, sempre più marginale. Milioni di lavoratori vengono espulsi dalle fabbriche di tutto il mondo e sul mercato globale pesa sempre meno la classe operaia, protagonista di tante lotte per condizioni di vita migliori, fin dalla nascita della rivoluzione industriale. Il mercato del lavoro diventa una libera agenzia, come ironicamente lo ha definito Gideon Kunda, dove ognuno fa sfoggio dei suoi titoli, lauree e master, ma soprattutto della sua capacità di essere utile, col know how e la creatività che possiede, alle aziende che assumono per progetti ben definiti e limitati nel tempo, e non più per tutta la vita (one work, one life), come avveniva nel passato recente. In questo sistema il lavoratore si trova a dover competere con tante altre persone alla ricerca quasi disperata di un lavoro, esposto a pesanti difficoltà, quasi impossibilitato a programmare il proprio futuro, perché il futuro non ha più connotati certi. È l’economia delle esternalizzazioni e del core business, attenta a massimizzare i profitti degli azionisti ma totalmente indifferente alle ricadute sociali delle sue scelte. Spesso si è disposti anche a truccare i conti se questi non tornano, pur di mantenere le posizioni di potere all’interno delle aziende, e fra imbrogli, debiti e fallimenti va avanti il circo Barnum della finanza creativa.

Ai poveri risparmiatori non resta che sperare di non incorrere in uno dei crack ormai ricorrenti: dall’Argentina, alla Parmalat, dalla Goldman Sachs alla truffa dei Madoff americani o nostrani, come Gianfranco Lande, il Madoff dei Parioli.

Di fronte a tanti squilibri e comportamenti illeciti, urge un nuovo ordine finanziario internazionale basato su regole precise e stringenti e su controlli rigidi e rigorosi. Come avviene in politica, dove, se mancano i controlli sull’operato di chi detiene il potere, si scivola in una deriva autoritaria, così in economia se non vi sono regole e controlli altrettanto stringenti si rischiano truffe, imbrogli e mancanza di trasparenza. Si assume come valore assoluto il dio denaro, da acquisire e aumentare a qualsiasi costo, senza remore, senza regole e senza alcuno scrupolo nei riguardi degli altri.

Accanto alla trasparenza serve innovazione, capacità di intuire il futuro, creatività. Senza queste componenti non ci sarebbe più stimolo al progresso, ci si avviterebbe in un’economia stagnante, ferma ai vecchi problemi energetici e produttivi. Solo le società vitali possono sopravvivere alla sfida globale, seguendo l’esempio che viene dalla natura, dove, come aveva ben intuito Darwin, solo le specie che si adattano alle mutate situazioni ambientali riescono a sopravvivere e a migliorare.

In conclusione, noi cittadini, in democrazia sovrani, non possiamo permettere che la prossima crisi sistemica ci travolga, è opportuno invece riprendere in mano il timone del nostro futuro, senza abbandonarlo nelle mani di pochi guru della finanza, che tutto hanno a cuore, tranne il benessere dell’umanità.