di Gianni Pernarella

“LA NUOVA” di sabato 6 febbraio 2021 riporta la rilevante notizia che il precedente 5 febbraio nella sede del Consorzio Uno in Oristano 10 Comuni costieri dell’oristanese,  gli Assessorati regionali della Difesa dell’Ambiente e quello dell’Industria, la Provincia ed il Consorzio di Bonifica si impegnavano per la tutela delle “Zone Umide” del Golfo e del Sinis, firmando un vero e proprio contratto.

Un lungo percorso partecipato con il supporto tecnico della fondazione cagliaritana Medsea. Questa fondazione con il progetto “Maristanis”, i cui contenuti costituiscono l’essenza dell’accordo firmato, è stata in periodo precedente unica destinataria, tra 32 progetti, di un finanziamento di 4 Mln di euro da parte della fondazione svizzera “Marva pour la nature”.

Il progetto ha portato all’individuazione degli obiettivi per la tutela di uno dei più importanti sistemi di Zone Umide dell’intero bacino del Mediterraneo. Il programma d’azione, che costituisce la parte attuativa dell’accordo, è suddiviso in sette assi: governance territoriale partecipata; miglioramento dello stato ecologico dei sistemi idrici; tutela delle biodiversità e del capitale naturale; riqualificazione del paesaggio e valorizzazione del patrimonio culturale; green economy, modello di sviluppo del territorio sostenibile e responsabile; rafforzamento resilienza al cambiamento climatico; comunicazione e sensibilizzazione ambientale. Questi gli obiettivi principali.

Che dire? Un progetto importante per il territorio che sta cominciando concretamente a realizzarsi.

Merito della fondazione Medsea in primis.

Peccato però che né la fondazione Medsea né alcun altro ricordi (dando appunto a Cesare quel che è di Cesare) che questo progetto è debitore e ricalca esattamente l’impianto di profilo, struttura ed obiettivi della scheda di progetto per la realizzazione di un distretto lagunare – frutto della mia personale elaborazione –  nell’ambito di un più ampio lavoro, prodotto dal sottoscritto a da Giampiero Vargiu, frutto dell’iniziativa del PD – Partito Democratico nel 2014 dal titolo “ Piano di azione Oristano innovativa e laterale”. Un lavoro che assembla una serie di schede progetto per lo sviluppo di Oristano e dell’Area Vasta.

Il lavoro è stato presentato pubblicamente all’Hospitalis Sancti Antoni il 24 giugno 2014, con la partecipazione, tra altri, dell’Assessore Regionale della Programmazione Raffaele Paci e del Direttore del Centro di Programmazione Regionale Gianluca Cadeddu. La scheda progetto cui si fa riferimento è l’Azione “Intervento per la realizzazione del Sistema lagunare dell’Area vasta di Oristano”.

A prova documentale sono riportati in allegato al Post la copertina del Documento delle schede progetto del PD; la scheda progetto dell’intervento citato; l’articolo de “LA NUOVA” del 25 giugno 2014 sulla presentazione del Documento del PD.

Cosa dire? Il nostro territorio ha risorse di uomini e di idee che possono contribuire a delineare la direzione del proprio sviluppo. E’ l’incompetenza della “politica” troppo ripiegata su se stessa e troppo spesso sul proprio tornaconto partitico, nonché della ridotta capacità dei politici chiamati ad amministrare a rendere asfittico lo sviluppo del territorio; con  una tendenza a sposare poi quello che viene da fuori.

Sull’iniziativa di Medsea (per altri versi assai lodevole, salvo il mancato riconoscimento di primogenitura delle idee ad altri) e sul progetto “Maristanis” avevo già scritto un Post, rintracciabile nel sito dell’Associazione Oristano e Oltre nell’area “ Sistemi produttivi “ pag. 2  con il titolo “ Le lagune dell’oristanese: tra miopia locale ed incapacità a progettare il proprio sviluppo”, che stigmatizzava la singolarità dello strabismo della politica locale.

Questo stato di cose presuppone anche la necessità di una profonda riflessione da parte dell’elettorato, cioè di tutti noi cittadini elettori, sull’utilità di esercitare prima del voto una maggiore consapevole capacità selettiva sulle persone e sulle idee di cui sono portatrici quelle stesse persone, insieme ai loro partiti. Programmi veri sorretti da buone idee  e non vaghe e vacue promesse elettorali.

Pur rimanendo fermo (il mio) ottimismo della volontà, che mi aiuta a non desistere, il pessimismo della ragione mi porta a considerare che la mia, come quella di altri, sia una delle tante “Vox clamat in deserto”, in questo territorio refrattario a sviluppare le innumerevoli risorse di cui gode in tante direzioni (produttive, culturali, naturalistiche, archeologiche…).