Il 23/3/2017 ho partecipato alla presentazione del Fondo Cre.O, quale strumento finanziario, per le imprese, nell’ambito del Progetto “Oristano Est”.

L’iniziativa dell’Amministrazione è stata dettagliatamente analizzata con un articolo su questo sito ( Progetto Oristano Est: lo strumento finanziario Cre.O ), nel quale abbiamo dato alcuni suggerimenti tecnici all’Amministrazione per ottimizzare l’utilizzo di questi fondi.

Ne suggerisco la lettura, utile a comprendere quanto andrò a scrivere nel prosieguo.

In data 6/6/2017 ho partecipato, insieme ad altri membri dell’Associazione, alla presentazione, di grande interesse, dei progetti preliminari di intervento relativi all’intero progetto “Oristano Est”, illustrati dai singoli gruppi di progettisti.

Per dirla con Renzo Piano, si tratta di un rammendo della periferia est che portato a termine sarà in grado di modificare profondamente in positivo la città.

Nel contesto, l’Assessore competente ha ridelineato le caratteristiche del Fondo Cre.O, che del progetto è parte integrante.

In quest’ultima presentazione alcuni dei termini, non secondari, sono stati presentati mutati e non sempre in meglio.

Ho l’impressione – che avevo già espresso nel precedente articolo citato – che mentre sono chiari all’Amministrazione i presupposti e le finalità del fondo, siano molto meno chiare le modalità con cui ottimizzarne l’utilizzo.

Vediamo le differenze rispetto all’originaria presentazione del 23/3/2017, valutandone pro e contro:

1 – è stato modificato l’importo “massimo” del mutuo chirografario che dagli originari 50.000,00 euro passa a 25.000,00 euro.

Valuto negativamente il dimezzamento, considerando che l’importo di 50.000,00 euro era comunque un tetto massimo e la cifra non sembra così esorbitante sia per una Start-Up sia per imprese e professionisti che, trasferendosi nel perimetro interessato dal progetto Oristano Est, intendono effettuare nuovi investimenti.

Mi riservo ulteriori osservazioni successivamente, in quanto il punto sembra essere legato ad altre informazioni date dall’Amministrazione ( punto 3 );

2 – mentre originariamente erano previsti due bandi: per la selezione della banca e del consorzio di garanzia fidi, sulla base delle nuove informazioni sembra che ci sarà un solo bando, quello relativo alla banca.

L’interposizione del consorzio fidi viene eliminata.

Valuto positivamente la novità per una ragione molto semplice: il consorzio fidi non avrebbe assunto alcun rischio verso la banca per i finanziamenti alle imprese del progetto; essendo le stesse operazioni garantite dal Fondo Cre.O e, pertanto, avrebbe svolto la sola valutazione di pre-affidabilità. La sua eliminazione semplificherebbe l’iter. Dico semplificherebbe perché l’Amministrazione ha tuttavia segnalato che le imprese potranno appoggiarsi a Consulenti e Commercialisti.

Sul punto mi riservo di fare qualche osservazione finale;

3 – l’Amministrazione ha fornito alcune cifre:

3.1 stima in un iniziale numero di 125 le imprese e/o professionisti che possono accedere al finanziamento;

3.2 stima tra 300-325 l’occupazione indotta.

Lascio da parte l’esercizio teorico del punto 3.2 che mi sembra abbastanza poco credibile, in quanto implicherebbe che le 125 imprese siano tutte nuove imprese (?!) con una media di 2 occupati.

Occupiamoci del punto 3,1, dove dalla semplice moltiplicazione di 25.000,00 euro x 125 si

ottiene 3.125.000,00 euro, che corrisponde ad un coefficiente moltiplicativo del fondo di garanzia di 400.000,00 euro di circa 8 volte.

Si potrebbe pensare che l’Amministrazione partendo da un presupposto errato di sottostima del coefficiente moltiplicativo, abbia dimezzato l’importo massimo del mutuo per allargare la platea dei possibili beneficiari.

Concludiamo con le nostre valutazioni e avvertenze.

Come già abbiamo avuto modo di segnalare – con una conoscenza professionale dei meccanismi operativi creditizi relativi ai fondi di garanzia che ci permettiamo ritenere più approfondita – l’usuale coefficiente moltiplicativo è 20 ( 400.000,00 x 20 ) che esprimerebbe quindi un volume “potenziale” iniziale di finanziamenti di 8.000.000,00 di euro ( contro 3.125.000,00 ), in grado di servire una platea iniziale di 160 imprese ( contro 125 ), con mutui il cui importo può restare l’originario “massimo” di 50.000,00 euro ( 50.000,00 x 160 = 8.000.000,00 ).

È pertanto poco comprensibile, per non dire incomprensibile, il perché l’Amministrazione si situi ab origine al ribasso.

Per quanto riguarda poi:

Bando Banca –

Finalizzato ad individuare la banca che offrirà il tasso migliore sui mutui chirografari a 5 anni coperti dal fondo di garanzia Cre.O e, a questo punto, anche il più alto coefficiente moltiplicativo.

 

Avvertenze per l’Amministrazione

1^ Avvertenza

Considerato che l’intero fondo di garanzia di 400.000,00 è in denaro – che è un sensibile vantaggio sotto il profilo del rischio – e che la banca ha una ulteriore riduzione del rischio attraverso il fondo di 400.000,00 euro per il contributo in c/interessi sulle medesime operazioni, si può ritenere che i due elementi siano sufficienti a considerarsi produttivi di margini per ottenere un coefficiente moltiplicativo superiore a 20;

2^ Avvertenza

Allo scopo di ridurre al massimo gli oneri interni di gestione del Comune, parrebbe opportuno che l’Amministrazione canalizzasse anche il fondo destinato al contributo in c/interessi su apposito conto presso la banca convenzionata.

Sarà quindi quest’ultima a provvedere, a scadenza rata, ad addebitare il conto della quota corrispondente al contributo interessi;

Consulenza –

Avvertenze per l’Amministrazione

1^ Avvertenza

Considerato che l’Amministrazione prevede che le imprese possano rivolgersi a “Consulenti” e “Commercialisti”, nello spirito di fattiva collaborazione alla riuscita del progetto, sembrerebbe opportuno ed utile che l’Amministrazione stipulasse un accordo con i rispettivi “Ordini Provinciali” che preveda, per le operazioni di finanziamento alle imprese nell’ambito del progetto:

° lo svolgimento del ruolo di Tutor da parte dei professionisti, con il compito di istruire la pratica, strutturare la redazione del “Piano finanziario” e gestire il rapporto con la banca convenzionata;

° lo svolgimento di tali attività a prezzo fisso predefinito;

° la costituzione di un allegato all’Accordo che riporti l’elenco dei professionisti che abbiano aderito.

Confido che l’Amministrazione rifletta ulteriormente, non prosegua al ribasso ma proceda ad ottimizzare le modalità di attuazione di questo importante strumento.

Siamo disponibili come Associazione, se richiesti, a collaborare con l’Amministrazione su questi aspetti, ovviamente a titolo gratuito.

Gianni Pernarella