di Nicola Spanu

“L’eccezione conferma la regola! E lo deve fare  nel senso che viene vista, letta e interpretata esattamente come tale dando un significato statistico alla normalità. Occorre normalizzare…

Il mondo brulica di relazioni vere, sincere basate sulla riconoscenza dell’altro e sull’amorevole dono: c’è bisogno di ricostruire il valore della competizione e del merito di efficienza e produttività. Troppo spesso sii pensa che l’altro sia diverso dall’uno e viceversa. E ancora, si ha troppa fiducia nel fatto che qualcuno possa essere consapevole di ciò che dice e pensa. C’è troppa empatia e condivisione, c’è troppa uguaglianza, troppa capacità d’azione sulla necessità fondante dell’essere: la relazione. Troppe fandonie sull’essere migliori a sé stessi, sull’arricchimento relazionale. Il termine connessione deriva dal troppo valore concesso al pensiero, alla libertà identitaria che serpeggiano insidiosi negli interstizi sociali e culturali. SI DEVE PENSARE DI ESSERE INADEGUATI. lo si deve pensare. Si deve  riconoscere l’entità di questa brutta  illusione. Ma è difficile scoprirsi ingenui verso un sistema di valori assolutamente insensato, privo del fondamento di ogni ragione e logica cui il rapporto EFFICIENZA/PRODUTTIVITA’ risponde immancabile e sovrano. TU SEI QUELLO CHE PRODUCI, E VALI PER QUANTO PRODUCI, E MERITI ADEGUATEZZA PER QUELLO CHE SEI E PRODUCI. La tua esistenza è commisurata al tuo rapporto EFFICIENZA/PRODUTTIVITA’, questo ti dà il diritto di essere o meno adeguato… questo dà senso ragione e spazio alla tua libertà. Invece vaneggiano principi di autonomia e felicità: una sostenibile infelicità dovrà nutrire ogni sforzo, ogni scalata sociale, ogni tentativo di miglioramento e risoluzione alla vera e unica condizione: inadeguatezza. Dobbiamo fermare questa follia liberticida! Vi parlo col… ehmmbbh col cuore in mano, voi umani: credete davvero di essere liberi? Credete davvero di essere unici? Guardatevi, guardatevi: vedrete solo masse ricolme d’amore e speranza. Ma l’amore e la speranza non pagano bollette! Di amore e speranza si vive fra sogni. E ora noi cambieremo ogni cosa e tutto avrà un senso nel lavoro, che vi darà un ruolo, una funzione, un significato sociale… e infine un nome: tu, chiavistello, tu influencer, tu presidente, tu, tu, tu. Ordine, per carità! Ordine! Tutta questa diversità consapevole mi confonde: siate tutti riuniti in ruoli, funzioni e nomi sociali: siate tutti UGUALI.”

Il monologo intende porre in evidenza l’antiretorica controituitiva di un tessuto immerso inevidente. Fa parte della raccolta “Diario di un Folle”, un progetto musicoletterario dell’autore Nicola Spanu.

“DIARIO DI UN FOLLE- Siate tutti Uguali”

PIANOWORKS Nicola Spanu

(OPERA DI INVENZIONE MUSICOLETTERARIA: ogni riferimento a persone, cose, fatti e situazioni è puramente casuale)

Di seguito il video collegato