Il tema dell'energia è molto complesso e, in genere, sono molto cauto nell'esporre la mia posizione sulle varie vicende, non per motivi legati alla mia tendenza alla riservatezza, ma proprio perchè è un tema “sensibile” e di notevole importanza per le nostre Comunità.

Ho scritto altre volte di energia, ma, questa volta, sono stato sollecitato a scrivere questo pezzo spinto da due articoli apparsi su “La Nuova Sardegna”, uno il 18 gennaio scorso dal titolo “Metano, bollette salate nel futuro dell'isola” e uno il 22 gennaio scorso dal titolo “Dubbi della Regione sulla rete dorsale del gas” e da un terzo apparso ne “L'Unione Sarda” del 21 gennaio scorso dal titolo “C'è da spostare un rigassificatore”.

Alcuni dati per inquadrare quanto voglio scrivere:

1. La Sardegna è, certamente, il caso più significativo di area sul territorio nazionale non collegata alle infrastrutture di trasporto del GNL (Gas Naturale Liquefatto);

2. La struttura dei consumi finali di energia della Sardegna nel 2015 evidenzia che prevalgono i prodotti petroliferi (65% del totale, contro il 40% nazionale), come da elaborazione e stime REF-E, MSE, GSE, Enea e Terna;

3. Il PEARS (Piano Energetico e Ambientale della Regione Sardegna) 2016 prevede, la metanizzazione della Sardegna tramite l'uso del GNL quale “vettore energetico fossile di transizione”;

4. Il “Quadro Strategico Nazionale per il GNL” indica, come migliore opzione per le zone di difficile fornitura quella SSLNG (Small Scale Liquid Natural Gas, che sta per GNL Small Scale), con i servizi offerti attraverso vari tipologie di infrastrutture, tra le quali i depositi costieri, i terminali di rigassificazione e i depositi satellite di stoccaggio per usi industriali o civili;

5. In Sardegna esiste una sola utenza industriale di GNL off grid (non inserita in una rete) ed è la centrale del latte della Cooperativa di Arborea;

6. Come evidenziato dall'Osservatorio REF-E sugli usi finali del GNL in Italia, “più della metà della domanda di GNL per usi finali, circa il 56% è legata alla richiesta di gas naturale soddisfatta dai depositi delle utenze off grid, il 33% è dovuta alla erogazione di GNC (Gas Naturale Compresso) per autotrazione da parte di distributori dotati di depositi di GNL, mentre circa il 12% della richiesta riguarda i distributori che erogano GNL a mezzi stradali pesanti;

6. Come già scritto in altra occasione, nel “Patto per la Sardegna – Metano ed Energia”, siglato nel 2016, per un totale di oltre 1,5 miliardi di euro, a valere sull'APQ Metano, tra le altre cose, sono previsti:

  1. . l'adozione di meccanismi, anche con provvedimenti normativi, per la compensazione, per i consumatori domestici dell'Isola, dei potenziali maggiori costi infrastrutturali o di approvvigionamento, simili a quelli previsti per i consumatori delle altre Regioni italiane per le reti isolate alimentate da gas diversi dal metano e del bonus gas per i clienti indigenti;
  2. . il costo di realizzazione degli adduttori dalla dorsale ai bacini sarà redistribuito sulla tariffa di trasporto regionale del resto dell'Italia;
  3. . il prezzo finale del metano per i cittadini sardi sarà analogo a quello che pagano tutti gli italiani.

In merito ai tre articoli citati voglio puntualizzare il mio pensiero.

1. Il gas che si appoggia ai depositi costieri sembrerebbe essere il più caro (il 60% in più);

2. come le bollette elettriche, anche quelle del gas non sono di facile lettura per i cittadini, poichè ad esse concorrono vari elementi;

3. le Istituzioni si sono impegnate a fare in modo che il prezzo finale del GNL per i cittadini sardi sarà analogo a quello che pagano tutti gli italiani, senza spiegare come e, soprattutto, senza dire se ci sia già stata una valutazione attenta dei costi delle bollette. Esiste un business plan complessivo e completo dei progetti di infrastrutturazione? Quali sono tutti i costi, comprese le bollette, i flussi di cassa previsti e la vita utile di tali infrastrutture?

 

Per quanto riguarda la dorsale del GNL, ho già evidenziato la situazione ad ottobre 2017. Oggi la situazione è la seguente:

  • ci sono due progetti distinti come percorso ed entrambi prevedono una tratta centro – sud e centro – nord, ma sembrerebbe che le due Società proponenti (la SNAM Rete Gas S.p.A. e la SGI S.p.A.) abbiano raggiunto un accordo;
  • i due progetti della SGI sono stati presentati al Ministero dell'Ambiente per la Valutazione d'Impatto Ambientale il 15.09.2017, per cui si potevano presentare osservazioni fino al 14.11.2017, ma a oggi sono ancora in verifica amministrativa e non risulta altro sul sito del Ministero dell'Ambiente;
  • il progetto per la tratta di dorsale sud della SNAM è stato presentato al Ministero dell'Ambiente per la Valutazione d'Impatto Ambientale il 22.09.2017, la data di avvio della consultazione pubblica è stata il 17.11.2017 e il termine per la presentazione delle osservazioni del Pubblico è stato il 16.01.2018. Il 29.11.2017 è iniziata l'istruttoria tecnica da parte del Comitato Tecnico. È questo il progetto citato dall'articolo del 22 gennaio scorso de “La Nuova Sardegna”;
  • il progetto per la tratta di dorsale nord della SNAM è stato presentato al Ministero dell'Ambiente per la Valutazione d'Impatto Ambientale il 03.08.2017, per cui si potevano presentare, come già segnalato in un precedente pezzo scritto da me, osservazioni fino al 02.10.2017. Il 17.01.2018 sono state chieste delle integrazioni e a oggi il progetto è in istruttoria tecnica da parte del Comitato Tecnico;

L'articolo sui dubbi della Regione, in particolare, oltre a dare un giudizio molto severo sull'assenza di un percorso logico che deve fare da sfondo al progetto dal punto di vista della valutazione degli impatti nella scelta del tracciato, evidenzia che non esiste alcuna possibilità di dare una valutazione unitaria e completa degli impatti dei progetti perchè ciascun soggetto coinvolto nella realizzazione della infrastruttura complessiva sta presentando progetti che non tengono conto di quelli presentati dagli altri. Non è possibile una valutazione, come deve essere, d'insieme.

Per quanto riguarda l'articolo apparso su “L'Unione Sarda” è evidente ciò che dico da anni. Il rigassificatore previsto nella zona di Cagliari è individuato a 400 metri dal villaggio dei pescatori di Giorgino. Questo progetto è in istruttoria tecnica da parte del Comitato Tecnico di Valutazione d'Impatto Ambientale. I cittadini protestano perchè vedono oggi un progetto che vanificherebbe quanto finora previsto a livello di sviluppo della loro Comunità. I cittadini non devono essere coinvolti a posteriori, un dibattito “pubblico” a posteriori non ha alcun senso, crea solo tensioni, soprattutto, al crescere delle dimensioni e degli impatti delle opere. Il cittadino non deve essere un invitato di serie B. Deve essere individuato un percorso dettagliato, che imponga tutti i passaggi e i dibattiti preliminari necessari perchè le opere siano “sentite” dalle Comunità.

Nonostante le esperienze negative degli ultime anni in tema di infrastrutture e, in particolare, di quelle energetiche (non ultima la vicenda del solare termodinamico), si continua a percorrere la strada dei progetti calati dall'alto, spesso slegati tra di loro, che, anche per le modalità e i tempi con i quali sono presentati, non consentono un dibattito sereno e compiuto e non portano a niente e, soprattutto, fanno danni dal punto di vista della coesione sociale e della credibilità delle Istituzioni.

È frutto di una Strategia ben individuabile e coerente una situazione per cui da una parte la scelta del GNLè definita pensando a un “vettore energetico fossile di transizione”, dall'altra si decide di realizzare un insieme di dorsali, che, per loro natura, non sono transitorie, con i pesanti impatti che una infrastruttura del genere si porta dietro, con le conseguenti lacerazioni a livello sociale? No di certo.

Per completare il mio pensiero cito alcune considerazioni apparse sulla rivista QualEnergia di Francesco Meneguzzo e Mario Pagliaro del CNR in data 21 maggio 2014. Il titolo del pezzo era “Il gas naturale non è il ponte giusto per la transizione energetica?” La sintesi era che “Il metano (il GNL è dal 90% al 99% metano) è il primo agente climalterante, particolarmente entro i primi 30 anni dall'emissione, anche per le fuoriuscite dalle reti di trasporto e nella distribuzione”. Inoltre, in tale pezzo era scritto “Ben il 44% dell'effetto serra aggiunto a quello naturale dalla prima rivoluzione industriale a oggi è dovuto direttamente al gas metano. Il metano, infatti, è un gas a effetto serra 25 volte più potente dell'anidride carbonica, mentre il suo tempo medio di residenza in atmosfera non supera i trenta anni.”

Che dubbi si possono avere sulle scelte da intraprendere e, quindi, sulla Strategia Energetica da portare avanti in Sardegna?

Mi permetto di avanzare alcune proposte:

  1. . si realizzino i depositi costieri, rivedendone i numeri, finalizzandoli al bunkeraggio per le navi a GNL;
  2. . si individuino dei depositi satellite per utenze finali di GNL con depositi criogenici con vaporizzatore per le utenze industriali e i trasporti pesanti;
  3. . non si realizzi l'insieme delle dorsali previste per l'investimento previsto di 600 milioni di euro;
  4. . si utilizzino i 600 milioni di euro per accelerare la transizione ad un “Sistema Energetico Sostenibile, Diffuso e Democratico”. La Sardegna deve scegliere subito di concentrare i propri investimenti sulle fonti di energia rinnovabile, sulla elettrificazione delle utenze e della mobilità e sulle Smart Grid.

In particolare rilancio due proposte, di cui ho già scritto:

  1. . Attiviamoci perchè dal basso si sviluppi un “Patto sociale e culturale” per passare da un modello di valutazione dei progetti non più solo con degli indicatori quantitativi ma qualitativi, con il pieno coinvolgimento dei cittadini, in particolare, nelle fasi iniziali di elaborazione delle idee progettuali. Intorno a questa idea possono essere coinvolti tutti i Movimenti e le Associazioni;
  2. . Facciamo la nostra parte perchè prevalga una visione, che richiede un processo culturale e sociale in tale direzione paziente e di lungo periodo, che ci porti verso una Società a “Coscienza Biosferica” sviluppata.

Giampiero Vargiu

Laureato in Ingegneria elettrotecnica all'Università di Cagliari nel 1980. Sindaco del Comune di Villagrande Strisaili dal 1995 al 2000. Socio della Societ di Ingegneria TEAM SISTEMI ENERGETICI SRL, che ha sede operativa a Oristano e opera in tutta la Sardegna. Esperto in efficienza energetica e fonti di energia rinnovabili.