Il Focus su detrazioni per carichi di famiglia e contribuenti “incapienti“ , elaborato dal Consiglio e dalla Fondazione nazionale dei Dottori Commercialisti,sui dati del Dipartimento delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2017 e nel 2016, è l’occasione per alcune riflessioni sull’importanza delle deduzioni e delle detrazioni nel sistema fiscale attuale e nelle proposte di riforma, a cominciare dalla flat tax.

Cosa dice in sintesi lo studio?

Sono oltre 7,34 milioni di contribuenti per i quali l’IRPEF dovuta si azzera per effetto delle detrazioni.

Vi sono 4,61 milioni di persone che utilizzano completamente le detrazioni per i carichi di famiglia, oltre a quelle da lavoro, mentre non riescono a utilizzare pienamente quelle per oneri e spese.

Sono più di 3,12 milioni i contribuenti “incapienti” che non riescono a sfruttare in tutto o in parte le detrazioni per carichi di famiglia.

Nel dettaglio,

2 milioni e 360mila non hanno un reddito sufficiente per utilizzare le detrazioni sulle spese ma almeno in parte utilizzano quelle per i familiari.

Infine ci sono oltre 750.000 quelli che, per “incapienza“ dell’imposta, non sfruttano nemmeno un euro di detrazione IRPEF non soltanto per le numerose detrazioni esistenti per oneri e spese, ma anche per quelle previste a favore di chi ha familiari a carico.

Questa la sintesi dello studio da cui si possono dedurre due osservazioni: una sul sistema fiscale attuale, l’altra sulla proposta della flat tax.

La prima verte sul fenomeno degli incapienti che sono quelli che si trovano nella no-tax area cioè persone che non pagano le imposte perché hanno un reddito inferiore una certa soglia: 8000 euro dipendenti e pensionati, 4800 euro per redditi di lavoro autonomo occasionale o diritti d’autore, 500 euro per redditi da terreni , redditi agrari e redditi dei fabbricati, 185,82 euro per redditi esclusivamente da terreni,e 28.158,28 per compensi derivanti da attività sportive dilettantistiche.

Come afferma Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti, l’'incapienza si conferma un «nodo non affrontato», per cui lancia un appello a «concentrare e rafforzare l'aiuto al “fattore famiglia” sul versante dei trasferimenti, come per il meccanismo degli assegni al nucleo familiare, piuttosto che su quello delle detrazioni d'imposta».

Se il fattore famiglia è sicuramente prioritario, è comunque un grave problema il fatto che gli incapienti non solo hanno un basso reddito ma, per giunta, devono pagare con risorse proprie le spese sanitarie e le altre spese che può portare in detrazione, invece, , chi ha un reddito più alto.

Rispetto alla proposta della flat tax, Gianni Pernarella, nel Post Flat tax” e “Abolizione della tassa di successione”: a chi il fumo e a chi l’arrosto? , rileva che:

“La promessa di un’aliquota unica ( al 15 o 23% a secondo chi la promette ) si accompagna in parallelo alla contestuale eliminazione di tutte le “Deduzioni” e ” Detrazioni” oggi in vigore, allo scopo di recuperare una parziale copertura nell’applicazione dell’aliquota unica.

Mi sembra evidente che l’eliminazione delle “deduzioni” determini come effetto primario l’ampliamento della base imponibile e che l’eliminazione delle “detrazioni” fa aumentare per tutta la platea dei contribuenti l’ammontare delle tasse da pagare.

Mi pare che ci sia sufficiente materia di riflessione per chi crede troppo facilmente agli slogans elettorali, anche perché, come afferma Gianni Pernarella, “un’esigua minoranza, vera destinataria della Flat tax, si redistribuirà un’imponente massa di miliardi di minori tasse.“

Antonio Ladu

Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano al Liceo Jeanson de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano.