Non v’è dubbio che la malattia ha accompagnato l’uomo fin dalla sua comparsa sulla terra, così come è altrettanto certo che egli, in ogni tempo, ha sempre fatto dir tutto per porvi rimedio. I risultati conseguiti nei suoi continui tentativi di combattere la malattia, costituiscono la storia della medicina, attraverso la quale possiamo prendere visione dei successi notevoli che hanno coronato i suoi sforzi nei secoli, ma anche dei limiti che permangono in questo impegno costante contro la malattia.

Un primo dato importante che possiamo apprendere dalla lettura della storia della medicina è che ogni società, in tutti i tempi, ha un proprio sistema di cura, costituito da tutte le diverse opportunità di cui usufruisce l’individuo per la propria salute. Ovviamente, questa constatazione vale anche per l’attuale società industriale, il cui sistema di cura risulta costituito da tre diversi settori:

  1. il settore della medicina convenzionale
  2. il settore della medicina tradizionale
  3. il settore della medicina non convenzionale e non tradizionale.

La medicina convenzionale (detta anche medicina allopatica o biomedicina), che costituisce attualmente quel settore del sistema di cura diffuso in maniera capillare soprattutto nei paesi a cultura industriale dell’occidente, ha conseguito certamente successi molto importanti nella lotta contro diverse gravi patologie e nello studio dell’anatomia e della fisiologia.

Tuttavia, senza voler sminuire questi successi, la medicina allopatica non è ancora in grado di dare risposte adeguate al problema della malattia, per cui comincia ad essere rilevante il numero di coloro che fanno ricorso alle terapie non convenzionali (riflessologia plantare, agopuntura, floriterapia, ecc.). Le motivazioni di questa scelta sono riposte non solo nella mancata risoluzione di alcune gravi patologie, ma anche nei limiti e nella inadeguatezza del rapporto medico-paziente. Infatti, la medicina allopatica tendenzialmente associa l’individuo alla sua patologia in una sorta di riduzionismo, in quanto considera unicamente l’organo malato e non l’individuo nella sua interezza: corpo e anima.

La medicina non convenzionale si fa di giorno in giorno più presente a livello di studio e di ricerca, mentre l’applicazione pratica dei suoi risultati avviene prevalentemente negli studi di specialisti che operano soprattutto nelle città, per cui non ne esiste ancora una diffusione capillare.

Stando nell’ambito del sistema di cura dei paesi a cultura occidentale, accanto alla medicina non convenzionale, è ancora presente in misura talvolta anche rilevante, la medicina tradizionale, col suo complesso di terapie sia empiriche che magiche.

Essendo la Naturopatia, per alcuni suoi aspetti, una continuazione della medicina popolare, si fa interessante un lavoro di confronto tra questi due momenti di cura, avendo come terreno di indagine la Sardegna. Questa opportunità ci è offerta dal fatto che di recente sono stati condotti studi approfonditi circa la presenza di guaritori tradizionali ancora in attività in Sardegna, sia nell’ambito delle terapie empiriche che in quello delle terapie magiche.

Naturopatia e medicina popolare hanno diversi aspetti in comune. Fra questi uno dei più importanti è costituito dal rapporto con l’ambiente naturale.

La Naturopatia pone come principio fondamentale per la salute il rapporto tra l’organismo vivente (cioè l’individuo) e l’ambiente naturale che circonda l’organismo. Ogni trasformazione dell’ambiente naturale comporta pertanto un processo di adattamento alla nuova situazione da parte dell’individuo. Insomma, la Naturopatia tiene costantemente presente la relazione che l’uomo costruisce con l’ambiente(genotipo) e questo rapporto uomo-natura acquisisce un peso determinante nel processo per la salute.

Nando Cossu

Laureato in Storia e Filosofia all’Università di Cagliari, ha conseguito il diploma di Specializzazione in Studi Sardi con una tesi sulla medicina popolare in Sardegna. La medicina popolare e la cultura materiale dell’isola hanno costituito l’ambito principale della sua ricerca. Insegnante e dirigente scolastico, ha curato per la comunità Arci-Grighine la sezione del Piano di sviluppo socio-economico dedicata alle tradizioni popolari e alla cultura popolare e si è dedicato all’allestimento e alla cura del Museo del giocattolo di Ales. Per quanto concerne la medicina popolare, oltre a vari articoli, ha pubblicato il volume “Medicina popolare in Sardegna. Dinamiche, operatori, pratiche empiriche e magiche”, Carlo Delfino Editore, Sassari, 1996 (presentazione di Enrica Delitala) e “A luna calante. Vitalitàe prospettive della medicina tradizionale in Sardegna “, Argo, Lecce, 2005 (presentazione di Giulio Angioni). L’ultima pubblicazione è stata “L’amore negli occhi. ” Rapporti fra i sessi e formazione della coppia nella società agropastorale sarda “, Carlo Delfino Editore, Sassari, 20