Premetto che sono d'accordo con chi sostiene che il nostro futuro si costruisce mettendo a valore il nostro passato.

Un altro aspetto che condivido è che fare un’analisi precisa e condivisa di quello che siamo ci permette di essere consapevoli della nostra identità e ci consente di relazionarci con il mondo, valorizzando con le nostre potenzialità e specificità e ci aiuta a superare le nostre criticità.

Oristano e il nostro territorio non partono dall'anno zero. Ricominciare sempre daccapo, con l'idea che è tutto da buttare, significa non solo perdere la memoria del nostro passato, ma anche rinunciare a priori all’esame preciso di cosa è stato fatto e che cosa non ha funzionato, per poter decidere cosa fare, attraverso il maggior coinvolgimento possibile dell'intera collettività.

Partendo da questa convinzione, non ho difficoltà a scrivere che le sei idee guida (Oristano città guida, Governance e Partecipazione, Sviluppo, Territorio, Cultura, Coesione sociale), intorno alle quali è nata l'Associazione Oristano e Oltre, sono ancora valide.

Allo stesso modo mi piace ricordare il documento siglato insieme dalle Associazioni Cittadinanzattiva, Domus, Meic, Oristano e Oltre, Osvic e Mare Calmo, che aveva individuato tre assi portanti (Governance, Ammodernamento della pubblica amministrazione e Agenda digitale) da sottoporre al Comune di Oristano e alla cittadinanza, con lo scopo di aprire una stagione che porti a una reale partecipazione della intera Comunità alle decisioni che la riguardano, nel massimo della trasparenza possibile.

Ma Oristano e il Territorio dell'Oristanese hanno vissuto nel passato momenti importanti di progettazione partecipata collettiva (Patto Territoriale, Progettazione Integrata con le idee inserite nel Rapporto d'Area del Laboratorio Territoriale di Oristano del febbraio 2006, Agenda 21 Provinciale, Piani per l'Energia Sostenibile, Piano Strategico del Comune di Oristano e Area Vasta, gli assi Direttori del progetto di Piano Urbanistico Comunale Oristano2, i Piani Locali Unitari dei Servizi, il Sistema Turistico Locale Eleonora d'Arborea così come modificato dalla nuova Riforma del Turismo in Sardegna), alla quale hanno partecipato tutte le forze sociali, imprenditoriali, culturali e politiche, che per tanti motivi non è stata portata a compimento e/o non ha portato i risultati attesi, con la conseguente disillusione e sfiducia delle nostre Comunità nella possibilità di innescare processi di sviluppo virtuosi.

Le incertezze legate al riordino dei Enti Locali (che hanno classificato Oristano come Città Media) e anche alle possibili nuove riforme in tal senso, a seguito del Referendum costituzionale del dicembre 2016 e della Riforma Delrio, non facilitano certo iniziative volte a rimettere insieme le nostre Comunità con l'obiettivo di riprendere un percorso progettuale partecipato territoriale.

A Oristano città stanno iniziando a vedersi, pur con i ritardi evidenti, i primi frutti del Progetto Oristano Est, approvato e finanziato dalla precedente Giunta Tendas. In particolare, la ristrutturazione urbanistica di Via Aristana, Via Arborea e la Piazza all'altezza di Via Palmas. Sembra che siano stati appaltati anche i lavori dell'ingresso da Via Vandalino Casu, Sa Pratza 'e Bois e Via Marconi e altri interventi previsti nel progetto stesso.

Come già scritto in precedenti scritti dell'Associazione, in questi anni il Governo Nazionale ha messo a disposizione risorse importanti attraverso il “Masterplan per il Mezzogiorno”, che costituisce il quadro di riferimento entro cui sono state collocate le scelte operative, definite nel corso di un'intensa interlocuzione del Governo con le amministrazioni regionali e le città metropolitane del Mezzogiorno, ai fini della predisposizione di specifici “Piani Strategici e Operativi”, mediante appositi accordi interistituzionali.

I “Patti per il Sud” hanno declinato concretamente gli interventi che costituiscono l’asse portante del Masterplan.

Le risorse finanziarie destinate ai Patti per il Sud a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione della programmazione 2014 – 2020 sono state assegnate dal CIPE con la delibera n. 26 del 10 agosto 2016, per un totale di 13,412 miliardi di euro.

Si tratta di 15 Patti per il Sud, uno per ognuna delle 8 Regioni (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna) e uno per ognuna delle 7 Città Metropolitane (Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Catania, Cagliari e Messina).

Nel Patto per la Sardegna del 29 luglio 2016 erano previsti 2.9558.244.000,00 euro. A questi sono stati aggiunti 1.578.000.000,00 euro per la metanizzazione, all'interno dei quali 600milioni per la dorsale, attraverso l'APQ (Accordo di Programma Quadro) Metano. Su quest'ultimo aspetto, penso che, ritenendo utile la metanizzazione della Sardegna, ma senza la costruzione della dorsale, i 600 milioni possono essere spesi in maniera più utile per eliminare altri gap infrastrutturali.

Per la Sardegna sono, inoltre, stati previsti 168.000.000,00 euro per il Patto di Cagliari.

L'attuale Governo sembra voler rivitalizzare questo Patto.

Il Piano Europeo di New Green Deal (Nuovo Patto Verde) ha stanziato 100 miliardi all'anno per i prossimi dieci anni (2021 – 2030), per un totale di 1000 miliardi.

Negli ultimi anni è mancata la iniziativa progettuale della città di Oristano, che ha abdicato al suo ruolo di città guida, mentre gli altri territori della Sardegna hanno drenato importanti risorse.

Una delle qualità migliori che dovremo avere nel futuro è quella di spendere oculatamente e in maniera appropriata le risorse a disposizione, evitando di inseguire i vari bandi a posteriori, tenendo presente che per la Sardegna, che nel frattempo è rientrata nell'Obiettivo 1, con maggiori risorse, sarà indispensabile concentrare gli interventi su obiettivi strategici.

Alla luce delle problematiche che ci riguardano (disoccupazione troppo alta, difficoltà economiche, povertà in aumento, mancanza di nuove attività imprenditoriali, agricoltura in difficoltà, dispersione scolastica elevata, Sanità in difficoltà, infrastrutture che non decollano), che per il nostro territorio presentano effetti negativi più acuti di altre realtà, nel prossimo futuro sono indispensabili maggiore capacità di mobilitarsi e di farsi valere del nostro territorio.

Ci sono varie iniziative, risorse e progetti, dai quali partire.

Rilancio, poichè la ritengo indispensabile, l'idea di far nascere, prima possibile, un “Laboratorio di Idee” del nostro territorio, con un luogo fisico nel quale incontrarsi, al quale possano partecipare tutti gli attori sociali, culturali ed economici.

Dobbiamo essere capaci di unire il territorio, elaborare un progetto sociale, culturale ed economico all'altezza delle sfide e dei problemi dell'oggi e promuovere una “Vertenza del Territorio dell'Oristanese“. Occorre spendere bene le risorse attuali, ma iniziare a guardare all'impostazione dei Fondi Strutturali 2021 – 2027 e a tutte le altre possibilità regionali, nazionali e europee sui Fondi per la cultura, per il sociale e per lo sviluppo economico.

Come già fatto in altre occasioni, propongo alcune linee d'azione:

– il turismo;

– il Distretto delle lagune;

– il parco fluviale;

– l'enogastronomia;

– i beni culturali;

– le specificità dell'agroindustria;

– le infrastrutture, sia quelle legate alla mobilità, in particolare alla ferrovia e al porto, sia quelle legate alle rete delle telecomunicazioni;

– la rigenerazione urbana e il “rammendo” delle periferie;

– Oristano città Smart Grid.