Mi è capitato nei giorni scorsi, nelle pagine de L'Unione Sarda dedicate alla provincia di Oristano, di leggere un pezzo dal titolo “Voce ai cittadini nell'amministrazione.”

In tale pezzo viene illustrata la proposta della “Corona de Logu”, che comprende amministrazioni guidate da indipendentisti.

Il nome scelto di Corona de Logu è un chiaro riferimento all'organo politico e giudiziario dell'età giudicale, che riuniva i maggiorenti del territorio. Si tratta di un nuovo movimento indipendentista, del quale fanno parte trenta tra Sindaci e amministratori locali indipendentisti in Sardegna, di varie parti della Regione (Aglientu, Bauladu, Girasole, Macomer, Pabillonis, Scano di Montiferro, Serramanna, Simala, Tertenia, Ussaramanna e Villanovaforru). Questi Sindaci, insieme ad Assessori e Consiglieri comunali, si sono riuniti a Bauladu e hanno dato vita alla “Corona de Logu, «la casa e la voce degli amministratori locali indipendentisti sardi», come recita l’articolo 1 della Carta Istitutiva. Presidente del nuovo organismo è stato eletto all’unanimità Davide Corriga, Sindaco di Bauladu.

Al di la degli obiettivi generali degli Indipendentisti, in questo pezzo mi interessa prendere spunto dalla loro proposta iniziale, che, come scritto ne L'Unione Sarda, intende “stimolare la crescita della partecipazione de cittadini alla vita degli Enti Locali”, attraverso tre strumenti:

la Consulta Comunale, per dare voce alla popolazione sui problemi più rilevanti per giungere a soluzioni e decisioni condivise;

il Dibattito Pubblico, per fare esprimere la cittadinanza nelle fasi preliminari di progettazione per tutte le opere pubbliche e sui servizi al di sopra dei 100.000 euro di importo;

il Bilancio Sociale, per far decidere i cittadini su specifiche risorse economiche individuate dall'Amministrazione degli Enti.

Premetto che li considero tre strumenti di democrazia partecipativa molto interessanti. La mia intenzione è quella di calare questa proposta nella nostra realtà comunale e regionale.

Ho già scritto in diversi miei pezzi del Dibattito Pubblico.

In particolare, nel pezzo “TESTO UNIFICATO D. L. 409 – PP. LL. 19 – 418 – 438 “Disciplina generale per il governo del territorio”, in occasione della discussione della Legge Urbanistica Regionale nella passata legislatura, avevo già scritto dell'importanza che attribuivo al Capo VI “Partecipazione dei privati alle scelte pianificatorie” con gli articoli 22 e 23 su, rispettivamente, ” Informazione e partecipazione” e “Dibattito pubblico per le opere di rilevante impatto”.

L'Art. 22 “Informazione e partecipazione” recitava al comma 1 “Nei procedimenti di formazione e approvazione degli atti di governo del territorio sono assicurate adeguate forme di partecipazione dei cittadini e delle associazioni costituite per la tutela degli interessi diffusi e la concertazione con le parti economiche e sociali.”

Per rafforzare questa impostazione e dare una risposta adeguata a quanti segnalavano una mancanza di coinvolgimento dei cittadini nella stesura della Legge citata, proponevo di modificare nel seguente modo il comma 4 dell'articolo:

“Al fine di assicurare livelli uniformi e reale partecipazione alle decisioni sul governo del territorio nell'intero ambito regionale, la Regione definisce con apposite linee guida, da emanarsi improrogabilmente entro dodici mesi dalla vigenza della presente Legge, le metodologie, le tecniche, gli indicatori di risultato condivisi e ritenuti congrui della reale partecipazione e le pratiche di informazione e partecipazione e incentiva forme di collaborazione interistituzionale per fornire l'adeguato supporto conoscitivo e documentale.”

Dopo il fallimento della passata legislatura nell'approvazione della Legge Urbanistica, mi auguro che presto le si ponga mano e si affronti concretamente l'esigenza di coinvolgimento dei cittadini nelle scelte che li riguardano, con questa impostazione, in modo da superare la difficoltà di concretizzare un reale coinvolgimento dei cittadini, dovuto anche al fatto che finora nessuno ha individuato criteri e modalità che garantissero anche una misura concreta della partecipazione e una procedura.

In tale proposta, per quanto riguardava l'articolo 23 indicavo di portare da 40 a 90 i giorni di apertura del dibattito pubblico obbligatorio, senza discrezionalità alcuna, sulle opere di rilevante impatto previsti dal comma 12, prorogabili, su proposta motivata, una sola volta di trenta giorni. Maggiore tempo a disposizione eviterà in futuro tante polemiche e le grandi opere saranno maggiormente “condivise”.

Il Comune di Oristano può, comunque, in attesa delle disposizione della Regione Sardegna, dotarsi di un proprio Regolamento che normi il ricorso al coinvolgimento dei propri cittadini per le opere rilevanti, individuando anche le soglie oltre le quali si ricorre al coinvolgimento dei cittadini.

Lo strumento del Bilancio Sociale è utilizzato in tante realtà. Lo stesso Comune di Oristano vi ha fatto ricorso con la Giunta Lutzu, ma, a parte le risorse esigue, non si capisce che cosa realmente sia andato avanti dei progetti ammessi. Quest'ultimo fatto, insieme alle esigue risorse impegnate, la dice lunga sulla reale volontà di valorizzare uno strumento di reale partecipazione dei cittadini anche nelle scelte che riguardano gli investimenti del Comune.

L'istituzione della Consulta Comunale, opportunamente regolamentata come organigramma e come funzioni, può individuare uno strumento di coinvolgimento della Comunità soprattutto se, all'interno di essa, vengono coinvolte anche persone, trasparentemente scelte, all'interno della Comunità stessa.

Quelli descritti sono tre strumenti di reale partecipazione attiva alla vita sociale della Comunità

da parte dei cittadini, un'occasione seria di crescita anche culturale e sociale, ma, soprattutto, rappresentano un nuovo metodo democratico e trasparente di gestione della cosa pubblica e un'occasione di crescita del capitale sociale della nostra Comunità. Ritengo che su queste tre proposte, nei prossimi mesi, sia auspicabile l'aggregazione di un movimento di cittadini, che convinca l'Amministrazione Comunale a farsene promotore.

Giampiero Vargiu

Laureato in Ingegneria elettrotecnica all'Università di Cagliari nel 1980. Sindaco del Comune di Villagrande Strisaili dal 1995 al 2000. Socio della Societ di Ingegneria TEAM SISTEMI ENERGETICISRL, che ha sede operativa a Oristano e opera in tutta la Sardegna. Esperto in efficienza energetica e fonti di energia rinnovabili.