Dopo tante dichiarazioni ed attese è finalmente uscito il Decreto Legge sul RdC e siamo quindi in grado di valutare quale è esattamente il suo ammontare.

In questo post non intendo volutamente addentrarmi in giudizi sul provvedimento, ma solamente contribuire a fare chiarezza sui dati come premessa per una valutazione successiva.

Partiamo da un dato generale: il beneficio economico non può essere complessivamente superiore ad una soglia di euro 9.360 annui, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza, ridotta per il valore del reddito familiare. Il beneficio economico non può essere altresì inferiore ad euro 480 annui, fatto salvo i1 possesso dei requisiti di residenza e soggiorno, reddituali, patrimoniali, beni durevoli.

Poiché questa frase generale non è di facile lettura, la mia interpretazione è la seguente.

Il RdC consiste in una integrazione del reddito familiare di euro 6.000 annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza.

Questo significa che il RdC per una persona singola non è di 780 euro ma di 500 euro e solo se il suo reddito è pari a zero. Se invece possiede un reddito riceverà un’integrazione fino a raggiungere questa cifra.

Se si tratta di un nucleo familiare, sempre in caso di reddito zero, si prendono 500 euro moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. Vuol dire che i 500 euro vanno moltiplicati per 0.4 per ogni componente maggiore di 18 anni, per 0,2 per ogni componente minorenne ma solo fino ad un massimo di 2,1; questo significa che un nucleo familiare con reddito zero riceverà un massimo di 1050 euro.

I 780 euro si raggiungerebbero solo con un’integrazione fino ad un massimo di 3.360 annui (280 mensili) se si vive in affitto.

Ecco spiegato perché, nel caso di un solo componente il nucleo familiare, il Reddito di cittadinanza non può essere superiore a 780 euro mensili; non può essere inferiore a 40 euro mensili a secondo del reddito posseduto.

È importante precisare che il beneficio economico tra gli aventi diritto, in caso di più componenti, non va al singolo anche se maggiorenne, ma viene erogato interamente al richiedente del nucleo familiare.

Se si gode di una Pensione di cittadinanza, le cifre sono inferiori.

In caso di più componenti il nucleo familiare le somma percepita ha un tetto di 7.560 euro annui ,mentre i1 massimo di integrazione in caso di affitto é pari ad euro 1.800 annui.

Questo significa che un nucleo familiare superiore a 1 può arrivare fino ad un massimo mensile di 630 euro e in caso di affitto godere di un’integrazione massima di 150 euro mensili. Nel caso di pensione di cittadinanza i 780 euro si raggiungono quindi solo in caso di nucleo con più componenti e se si è in affitto.

Infine c’è un grande interrogativo: se i nuclei familiari che richiedessero il RdC fossero per la maggioranza a reddito zero, le risorse stanziate dalla legge di Stabilità sarebbero insufficienti. In questo caso i benefici sarebbero ulteriormente ridotti in quanto il Decreto prevede che i i benefici siano erogati nel limite delle risorse disponibili.
Antonio Ladu