Le crisi economiche hanno la caratteristica di spostare potere e ricchezza da una nazione ad un’altra e da un settore economico verso un altro. La tendenza attuale è verso un arricchimento dei paesi emergenti a discapito dei paesi occidentali. Per quanto attiene invece la rotazione settoriale la tendenza è verso un’affermazione delle aziende telematiche a discapito di quelle energetiche, finanziarie e meccaniche, che fino a poco tempo fa dominavano il mercato azionario.

Gli investitori avevano già previsto questa affermazione dagli anni 1998 fino al 2001, ma avevano sopravalutato le potenzialità di crescita di queste aziende, premiandole con quotazioni azionarie decisamente gonfiate dalla speculazione. La conseguenza era stata la bolla informatica che al suo esplodere, aveva provocato la caduta delle quotazioni, ampliatasi dopo l’attentato terroristico alle Twin Towers. Sgonfiatosi il fattore speculativo, la tendenza alla crescita delle aziende telematiche ha continuato a prendere consistenza, premiando le idee più innovative e le attività più creative. Si è così giunti all’estate del 2011, quando la Apple, le cui idee vincenti sono state la fruibilità e la versatilità di utilizzo, ha superato nella classifica delle aziende più capitalizzate nelle Borse di tutto il mondo il gigante petrolifero Exxon. È stato un evento epocale che conferma la forza penetrativa a livello informativo, culturale, pubblicitario e ludico della new economy. E non è un fenomeno isolato vista la rapidissima ascesa di altre aziende telematiche quali Microsoft, Google, Facebook. Dietro queste aziende stanno persone che hanno sviluppato visioni futuriste ed idee innovative. Nomi come Steve Jobs, Bill Gates, Larry Page, Sergey Brin, Mark Zuckerberg sono universalmente conosciuti e sono oramai insediati ai primi posti della classifica degli uomini più ricchi del mondo. Come ho già avuto modo di scrivere nelle considerazioni finali del libro “Creatività”: siamo entrati, quasi senza accorgercene nell’era della creatività, dalla catena di montaggio e dal consumismo stiamo trasferendo energie creative, lavoro e opportunità economiche e sociali verso la telematica e il consumo sostenibile. All’informatica e alla rete affidiamo una parte sempre più consistente della nostra vita di relazioni e di orientamento ai consumi. In questa nuova dimensione diventano cruciali il ruolo dell’innovazione, della comunicazione interattiva e della condivisione dei contenuti e delle esperienze. Nasce un nuovo modo di comunicare, che supera le limitazioni imposte dagli strumenti culturali convenzionali. Oggi ha poco senso il giornale cartaceo con opinioni e notizie cristallizzate, come ha perso la sua centralità il libro di saggistica. Le nuove tecnologie permettono la realizzazione e la diffusione di libri e documenti aperti, non cristallizzati in volumi che non mutano più e i cui contenuti diventano proprietà delle case editrici, tanto che l’autore non li può più nemmeno citare in scritti successivi. L’autore può ora confrontarsi con i lettori, acquisire preziosi suggerimenti, e aggiornare in tempo reale i contenuti dei suoi testi, al progredire delle conoscenze e al mutare delle sue convinzioni. È la possibilità di far conoscere le proprie idee in tempo reale. È il trionfo dell’interazione nella ricerca, è collaborazione creativa a costo zero. Le aziende telematiche di successo attuano in pieno questi concetti: dall’organizzazione a rete alla libertà creativa data ai propri collaboratori, dall’ascolto dei clienti fino a giungere alla continua ricerca della interattività sia dei prodotti hardware sia di quelli software. Gli esempi più riusciti sono lo smartphone e il tablet; in particolare, lo smartphone unisce i servizi telefonici, internet, la biblioteca letteraria e musicale, i servizi di intrattenimento e di svago, realizzando il sogno di avere un servizio interattivo completo nel palmo della mano.