Sono sempre stato convinto che sia dovere di chi scrive e opera, con l’intento di contribuire a creare sviluppo occupazione, affrontare i problemi e le soluzioni tenendo conto degli scenari reali e non degli scenari immaginari.

Dico questo perché non può esistere un vero confronto su soluzioni possibili, anche diverse, se non si discute su dati certi ed oggettivi che rappresentino per tutti il punto di partenza condiviso.

Per dare un contributo fattivo e concreto in questa direzione, ho scelto un argomento di forte attualità per la nostra regione , utilizzando lo strumento delle domande e risposte.

Cosa si intende per Zes?

Per ZES si intende una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un'area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315 dell'11 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T).

Questo significa che in Sardegna può essere istituita una sola ZES.

Altre aree portuali, anche non territorialmente adiacenti, potranno farne parte, purché presentino un nesso economico funzionale.

I porti sardi quindi devono far parte di un sistema nel quale devono essere valorizzate le specializzazioni di ciascun porto senza duplicazioni e concorrenzialità.

Le Zes sono state istituite con il Decreto Legge del 20/6/2017 n. 91 “Disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno”. E”˜ possibile introdurre delle modifiche?

Alcune modifiche sono state proposte nell’intento di creare più ZES in Sardegna. In particolare il Sindaco di Olbia ha proposto di riconoscere i consorzi industriali come soggetti gestori della ZES, di inserire un rappresentante dei consorzi nel Comitato di indirizzo preposto alla gestione della ZES, l’eliminazione di ogni riferimento al Regolamento europeo, sostituendolo col riferimento al Piano strategico nazionale della Portualità e della Logistica.

Il 31.7.2017 la Camera ha approvato il decreto Sud con 276 sì e 121 no. Il provvedimento, già licenziato dal Senato, è ora diventato legge e quindi non sono più possibili modifiche.

Le Zes, oltre le altre caratteristiche, devono avere almeno un’area portuale collegata alla rete trans europea dei trasporti (TEN-T); è possibile modificare il Regolamento n. 1315 e quindi la rete TEN-T?

È quanto ha chiesto all’europarlamentare Soru, il presidente del Cipor Massimiliano Daga con lo scopo di inserire il porto di Oristano nella rete dei porti europei.

L’intento è lodevole perché la richiesta è motivata dalla volontà di usufruire dei finanziamenti europei, ma ci sono diversi problemi.

Le reti transeuropee per i trasporti sono state di recente ridefinite dal Regolamento (UE) n. 1315/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2013 che ne ha stabilito gli orientamenti di sviluppo secondo una struttura a “doppio strato”: una rete globale (comprehensive), da completare entro il 2050, e una rete centrale (core), di maggior rilevanza strategica per il mercato interno UE, da completare entro il 2030.

In Sardegna solo Il sistema intermodale di Cagliari è stato inserito nella rete transeuropea durante l'iter di approvazione del Regolamento al Parlamento europeo ed al Consiglio. Ammesso che fosse possibile modificare il Regolamento,bisognerebbe dimostrare che Oristano ha maggiori requisiti degli altri porti sardi

Inoltre i finanziamenti europei non sono concessi direttamente ai richiedenti, ma passano attraverso i governi nazionali. Il Governo italiano ha già presentato il 26 febbraio 2015, alla Commissione europea un piano organico di interventi infrastrutturali con richiesta di finanziamento in base ai bandi TEN-T 2014 nell'ambito dei quali sono stati stanziati circa 12 MD (prima tranche dei 26 miliardi previsti). La richiesta di contributo comunitario da parte del Governo nazionale è di 2 miliardi e 471 milioni di euro.

Chi presenta la richiesta di istituzione delle ZES?

Le modalità per l'istituzione di una ZES, la sua durata, i relativi criteri che ne disciplinano l'accesso e le condizioni speciali di cui all'articolo 5 sono definite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro sessanta giorni data di entrata in vigore della legge di conversione decreto e, quindi, entro Settembre 2017.

Le proposte di istituzione di una ZES possono essere presentate dalle regioni La proposta deve essere correda da un piano di sviluppo strategico.

Cosa sta facendo la Regione?

La proposte per l’istituzione di una Zes dovrà quindi essere presentata dalla Regione Sardegna che sembra stare in posizione di attesa.

L’Assessore Paci, infatti, in una dichiarazione del 20/7/2017 ha detto: “al momento il decreto è in fase di riconversione alle Camere e, una volta diventato legge, richiederà un decreto di attuazione che dovrà stabilire le regole per il riconoscimento delle ZES regionali. Quindi i tempi non sono sicuramente brevi, ma abbiamo già messo in moto tutte le procedure necessarie per farci trovare pronti al momento giusto”.

Quali procedure sono state messe in moto non è dato sapere.

L’Oristanese ha motivo di confidare nella Regione?:

I precedenti non sono incoraggianti. Sono almeno 20 anni che il porto di Oristano è assente dalla programmazione regionale.

Un’ ulteriore dimostrazione di quanto affermato è la Delibera del 20 Giugno 2017 che ha stanziato 50 milioni di euro per l’efficientamento dei principali porti della Sardegna.

“Secondo quanto dichiarato dalla Giunta regionale nel sito della Regione, le scelte sono state fatte dopo una ricognizione completa sull’intero territorio. Dei 50 milioni complessivi 22 vanno al Sulcis: il porto di Sant’Antioco per 12 milioni, il porto di Carloforte per 4 milioni, il porto di Calasetta per 6 milioni. Del restante importo, 2 milioni sono destinati al completamento di interventi già previsti dal mutuo infrastrutture; 10 milioni e 150mila euro a interventi per i quali sono già disponibili i progetti (Marina di Perd’e Sali, Porto di Stintino, Porto Corallo, Cannigione, La Caletta, S. Maria Navarrese, Marina di Alghero); 5 milioni per il ripristino dei danni alle opere di difesa portuali (Castelsardo, Isola rossa, Porto Corallo); 10 milioni e 850mila euro al porto di Buggerru.

Da questa ricognizione completa Oristano è assente.

Antonio Ladu

Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano alLiceo Jeansono de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano.