Nel ddl del 2012 del Movimento 5Stelle il RdC garantiva al beneficiario, qualora fosse unico componente di un nucleo familiare, il raggiungimento, anche tramite integrazione, di un reddito annuo netto di euro 9.360 annui e di euro 780 mensili.

Il reddito di cittadinanza garantiva al nucleo familiare il raggiungimento di un reddito annuo netto, quantificato, tramite la scala di equivalenza, da un minimo per una persona singola di 780 euro mensili ad un massimo di circa2800 euro per un nucleo familiare di 7 componenti.

L'accettazione della domanda di reddito di cittadinanza presentata dal componente di un nucleo familiare comportava, per i componenti maggiorenni del medesimo nucleo, il diritto a ricevere l'erogazione diretta della quota loro spettante.

Sulla base di un beneficio economico di questa taglia e di questa modalità di erogazione si poteva prevedere che tutti i nuclei familiari in condizione di povertà assoluta avrebbero beneficiato del RdC

Quanti sono i poveri assoluti in Italia? Secondo l”Istat sono in questa condizione 1 milione e 778 mila famiglie i in cui vivono 5 milioni e 58 mila individui.

Cosa succederà sulla base delle previsioni del Decreto approvato il 17 Gennaio 2018? Quanti nuclei familiari e quanti poveri potranno accedere al RdC?

Oggi nessuno è in grado di saperlo con esattezza; bisognerà aspettare le realizzazione concreta del provvedimento perché le variabili sono molte.

In questo post ne enumererò alcune, premettendo che sono valutazioni personali e suscettibili di errore; Come detto più sopra, la verifica potrà essere fatta solo a posteriori.

Il Decreto prevede che il beneficio economico non può essere complessivamente superiore ad una soglia di euro 9.360 annui, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza, ridotta per il valore del reddito familiare. Il beneficio economico non può essere altresì inferiore ad euro 480 annui, fatto salvo i1 possesso dei requisiti di residenza e soggiorno, reddituali, patrimoniali, beni durevoli.

Questo significa che il RdC per una persona singola non è di 780 euro ma di 500 euro e solo se il suo reddito è pari a zero. Se invece possiede un reddito riceverà un’integrazione fino a raggiungere questa cifra.

Se si tratta di un nucleo familiare, solo in caso di reddito zero, si prendono 500 euro moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. Vuol dire che i 500 euro vanno moltiplicati per 0.4 per ogni componente maggiore di 18 anni, per 0,2 per ogni componente minorenne ma solo fino ad un massimo di 2,1; questo significa che un nucleo familiare con reddito zero riceverà un massimo di 1050 euro.

I 780 euro si raggiungerebbero con un’integrazione fino ad un massimo di 3.360 annui (280 mensili) solamente se si vive in affitto.

Se si gode di una Pensione di cittadinanza, ne hanno diritto le persone di età pari o superiore a 67 anni, la soglia di reddito è superiore arrivando a 7.560 euro annui ,mentre i1 massimo di integrazione in caso di affitto é pari ad euro 1.800 annui.

È importante precisare che, in sede di prima applicazione, il beneficio economico tra gli aventi diritto, in caso di più componenti, non va al singolo anche se maggiorenne, ma viene erogato interamente al richiedente del nucleo familiare.

Solo fra sei mesi dall’entrata in vigore del decreto, dovrebbero essere stabilite modalità di erogazione del RdC suddiviso per ogni singolo componente il nucleo familiare maggiorenne., La Pensione di cittadinanza dovrebbe essere suddivisa in parti uguali tra i componenti il nucleo familiare.

Poiché i requisiti richiesti per accedere al RdC sono più stringenti del DDL, i benefici economici inferiori così come i finanziamenti, lo stesso Governo parla di cifre differenti. Nelle slide di presentazione del RdC Di Maio ha parlato di circa 5 milioni, in pratica l’intera platea di poveri.

Nella relazione al decreto legge, inviata dal ministero del Lavoro alla Ragioneria i 1,8 milioni di nuclei familiari quanti ne individua Istat in povertà assoluta. Sono scesi a 1,3 milioni

Quanti saranno i nuclei familiari a reddito zero che godranno dell’assegno di 500 euro, se singoli, o di 1050 euro, se con più componenti?

Quanti riceveranno un’integrazione di 250 o di 150 euro in caso di affitto o di mutuo?

Quanti lavoratori in nero percepiranno l’assegno del RdC tenendo conto da un lato delle sanzioni e dall’altro dalla convenienza di sommare al RdC i proventi del lavoro irregolare?

Il quadro delle previsioni è ancora più difficile per i nuclei familiari singoli o con più componenti che hanno percepito un reddito tenendo conto, come già detto, che la soglia va dai 6000 a 1050 euro annui. Quanti nuclei familiari supereranno questa soglia di reddito e quanti riceveranno un’integrazione?

Quale darà l’importo medio di questa integrazione che partirà da una base di 40 euro mensili?

Va ricordato che, per determinare il reddito, le prestazioni assistenziali non vengono computate ma che viene calcolato qualunque reddito derivante da un lavoro, anche se non instaura un rapporto di lavoro, come i tirocini, i cantieri di lavoro, i lavori socialmente utili.

Percepiranno l’integrazione anche i lavoratori disoccupati che percepiscono la Naspi sempre che rientrino nei requisiti previsti dal Decreto, così come coloro che percepiscono il REI (Reddito di inclusione), assorbito dal Reddito di cittadinanza.

Come si vede tanti interrogativi che solo l’attuazione cocreta del provvedimento potrà sciogliere.

Antonio Ladu

Laureato alla Bocconi di Milano in Lingua e Letterature straniere, è stato assistente di Italiano al Liceo Jeanson de Sailly a Parigi. Sindacalista nella Camera del Lavoro di Oristano e nella Segreteria regionale della Cgil. È stato inoltre presidente del Consorzio Industriale e del Sil-Patto territoriale di Oristano.